17.4.18

Restauri a Spello. Hispellum, che mosaici! (Cinzia Dal Maso)

Da un recente domenicale del “Sole 24 Ore” riprendo un ampio stralcio da un servizio dedicato alla restaurata villa romana di Spello. (S.L.L.)

Era sepolta da tre metri e mezzo di terra, scesa neri secoli dal monte a valle. E negli ultimi decenni l’ha protetta il campo sportivo realizzato proprio lì sopra. Ma quando a Spello si decise di costruire nello stesso luogo un parcheggio multipiano per la città, venne alla luce la meraviglia: una grande villa di età imperiale, edificata all’epoca di Augusto ma poi realizzata nelle forme attuali tra il II e il III secolo dopo Cristo. Una villa “fuori porta”, visto che siamo a pochi passi da due porte d’ingresso alla città. Una villa di cui sono venuti alla luce ben 500 metri quadrati ma che rappresentano solo una minima parte della sua amplissima estensione originaria. E sono quasi tutte stanze dai pavimenti a mosaico e dalle pareti decorate da affreschi e stucchi: un piacere per gli occhi e un’autentica rarità, per l'Umbria e non solo.
Era il 2005 quando avvenne la scoperta, e da allora a oggi si è scavato e restaurato tutto con la massima cura. E si è costruito un museo che è una vera “casa” per la casa, un edificio modernissimo in dialogo armonico con i resti della villa, le mura e la città tutta. È stato aperto al pubblico il 23 marzo scorso e nelle parole emozionate del sindaco Moreno Landrini traspariva tutta l’importanza dell’evento. La villa è un grandissimo attrattore turistico per Spello e per l’Umbria tutta, ma s’impone anche come centro culturale per la cittadinanza e porta d’accesso per la visita turistica della città che d’ora in avanti comincerà proprio dalla villa. Infatti, lì attorno ci sono i parcheggi, e all’interno l'infopoint cittadino. Tutto dunque, d’ora in avanti, verrà ripensato in funzione della villa.
L’edificio museale, ideato dall’architetto Alfio Barabani, si pone in continuità col piano di calpestio moderno che la ricerca archeologica ha dovuto incidere e sventrare. Dal prato circostante il verde sale gradatamente a coprire il tetto dell’intera struttura: un verde fatto di piante grasse su un letto di pietre laviche, bisognoso di poca irrigazione e cura, assicura Barabani. E non è un tetto compatto ma fatto di moduli sfalsati tra loro per concedere ad ampie vetrate di far entrare dolcemente nel museo la luce naturale e lasciar intravedere, dall'interno, il profilo della città. […]
Tutto concorre, insomma, a creare le condizioni migliori per la visita.
Si ammirano i mosaici dall’alto, passeggiando su solide passerelle, mentre su schermi pensili si apprezzano le ricostruzioni virtuali dei singoli ambienti della villa, realizzate da Essential Ark con la consulenza dell’archeologo Marcello Barbanera. Si vedono singolari intrecci di geometri e colori che culminano nella bellezza e singolarità del pavimento della cosiddetta Stanza del sole radiante. Si riconoscono uccelli e animali reali e fantastici inseriti di sorpresa tra le infinite geometrie. Si ammira la stanza riscaldata per mezzo di un’intercapedine sul pavimento che assicurava bagni caldi in ogni stagione. S’immagina di passeggiare nel giardino centrale o sotto l’ampio porticato che lo circondava. Più di tutto, si sogna di banchettare nell’ampia sala da pranzo aperta sul giardino, ospiti della ricca famiglia che vi abitava. La scena di mescita del vino che campeggia al centro, le immagini delle stagioni, e gli animali e i motivi che richiamano il corteo trionfante del dio Dioniso, lasciano supporre che la ca sa appartenesse a produttori di vino, cosa assai probabile vista la zona. Tuttavia null’altro si sa di loro, ed è questa la pecca ma forse anche la forza della villa.
I pannelli informativi, i tablet a disposizione del pubblico e la App dedicata, si limitano a descrivere mosaici e stanze, e a narrare come si viveva in villa ai tempi della Roma imperiale. In futuro, però, si potrebbe forse azzardare di più e inserire tutte le informazioni in un racconto immaginario ma verosimile, utilizzando magari le ricostruzioni virtuali in modo meno statico e più creativo. Provando anche a immaginare, certo, le vigne da cui la villa era probabilmente circondata, ma anche un suo rapporto stretto con la città. Spello conserva molte tracce del suo passato romano, della gloriosa Hispellum, a partire proprio dalla cinta di mura e dalle porte cittadine perfettamente conservate. Tuttavia l’aria che vi si respira è prettamente medievale e rinascimentale. Chissà se l’importanza della villa sarà d’impulso per nuove indagini e perché si renda più percepibile a tutti l'antica città. [...]

Villa dei mosaici di Spello, Spello, via Paolina Schicchi Fagotti 7. Aperto da martedì a domenica, ore 10-13 e 14,30-17. Info www.villadeimosaicidispello.it; tel 0742302239

Il Sole 24 ore Domenica”, 8 aprile 2018

Nessun commento:

statistiche