31.1.18

I genovesi e la “Carmen”. Una lettera a Peter Gast (Friedrich Nietzsche)

La "Carmen" al Teatro Carlo Felice di Genova - Edizione 2017
Caro amico,
ieri sera sono stato di nuovo alla Carmen - forse per la ventesima volta di quest’anno. Teatro esaurito come sempre: per questo pubblico essa è l’opera sovrana. Dovrebbe sentire che silenzio di tomba quando a questi genovesi viene ammannito il loro pezzo prediletto — il preludio del quarto atto — e l'urlo del bis alla fine. Anche la tarantella (così nel testo in tedesco) piace loro immensamente. Ebbene, amico mio, anch’io mi sentii di nuovo felicissimo; quella musica scuote in me le corde più profonde, e quando la odo mi propongo di metter fuori la mia cattiveria estrema — piuttosto che morire rodendomi in silenzio. Mentre l’ascolto compongo continuamente canti dionisiaci, dove mi abbandono alla libertà di dire terribilmente le cose più terribili, per ora in modo da far ridere: ecco l’ultima forma della mia demenza.
Se potessi inoculare un po’ di questa musica al signor Bungert per temperare il suo idealismo equilibristico tra Schumann e Brahms, che alla fin fine mi riesce insopportabile: manca di ossatura...
Friedrich Nietsche


Epistolario 1865-1900, a cura di Barbara Allason, Einaudi 1962

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