14.1.18

I coltelli e la Regola di san Benedetto (Bee Wilson)

Nell'Europa medievale e rinascimentale si portava con sé il coltello ovunque si andasse e, all’occorrenza, lo si tirava fuori ai pasti. Quasi tutti gli uomini ne possedevano uno infilato in una guaina che penzolava dalla cintura, e serviva sia per tagliare gli alimenti sia per difendersi dai nemici. Era tanto un accessorio - come un moderno orologio da polso - quanto un utensile ed era un bene universale, spesso il più prezioso di tutti. Come le bacchette magiche in Harry Potter, i coltelli erano fatti su misura per il proprietario. I manici erano di ottone, avorio, cristallo di rocca, vetro e conchiglia; di ambra, agata, madreperla o tartaruga. Potevano essere intagliati o incisi con immagini di neonati, apostoli, fiori, contadini, piume e colombe. Non ci si sognava di mangiare con il coltello di un’altra persona più di quanto oggi si accetti di lavarsi i denti con lo spazzolino di un estraneo. Portarne uno con sé era un’abitudine così radicata che come nel caso dell’orologio - si iniziava a considerarlo parte di se stessi e a dimenticare di averlo. Un testo del sesto secolo (la Regola di san Benedetto) ricorda ai monaci di staccare il coltello dalla cintura prima di coricarsi, per evitare di ferirsi durante la notte.

Bee Wilson, In punta di forchetta , Rizzoli, 2013

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