13.8.17

Gianfranco Vissani: “I vegani? Li ammazzerei tutti. Sono una minaccia per la società”

Gianfranco Vissani alla Dagra della Porchetta di Costano (Bastia Umbra)
Invettiva choc. «I vegani? Li ammazzerei tutti. Sono una setta. Una minaccia per la società».
Non ritratta Gianfranco Vissani, lo chef italiano e critico gastronomico, ben conosciuto dagli spettatori del piccolo schermo. Non indietreggia di un passo dalla sua dichiarazione choc nel programma televisivo «In Onda» su LA7. Affermazione che ha fatto il giro del web, è stata ripresa dai media e dai siti on line scatenando inevitabili reazioni da parte dei vegani, con il pubblico che, a seconda dei casi, si è diviso in favorevoli e contrari.

Vissani, ci spieghi il motivo di questa sua reazione nei confronti dei vegani.
«Lo ribadisco. Sono pericolosi prima di tutto per i loro figli. La loro è una dieta dannosissima. Di recente a Livorno un bambino è stato ricoverato in ospedale perché carente di vitamina B12. Non sono un medico, ma so che la vitamina B12 è importante per il nostro organismo. Come vogliamo definire i vegani se non una minaccia? Il numero dei vegani nel mondo è cresciuto in maniera esponenziale negli Stati Uniti. È aumentato anche in Europa, in Germania e nel Regno Unito».

Insomma, lei non condivide la scelta dei vegani...
«Assolutamente no. Il veganesimo è nato nel 1944 perché un paio di inglesi si dissociarono per creare un coordinamento di vegetariani non consumatori di latticini. Ci rendiamo conto? Persino Pitagora era vegetariano, ma mangiava formaggi e uova. Ai vegani direi di mangiare il falasco (una pianta erbacea della palude, ndr) così le strade di campagna e i fossi sarebbero più puliti».

La sua è una provocazione, ma non crede di esagerare?
«No. non tollero quella certa forma di estremismo adottata dai vegani anche a tavola».

E che ne pensa, invece, della dieta mediterranea?
«Premetto che secondo me è errato parlare di ‘dieta’. È fuorviarne. Sarebbe meglio parlare di prodotti del Mediterraneo. Un'area in cui la terra si coltiva ancora con il letame e la gente va a zappare l'orto. Dieta mediterranea per me significa un particolare stile di vita, più pulito, più naturale. Un toccasana per il corpo umano, il nostro organismo è il meccanismo più perfetto che ci sia, non dimentichiamolo».

Quindi la carne è ammessa fra i cibi che l'uomo fa bene a consumare?
«Certamente. L’uomo è da sempre stato cacciatore. È necessario che i nostri denti abbiano qualcosa di consistente da masticare. Oggi non hanno già pii la forza di un tempo. Tutte questi sifonati e pappette non aiutano. Le cotture a bassa temperatura, poi, di cui c’è un revival in tutto il mondo, non le condivido affatto. Ore e ore di cottura per trasformare i piatti di carne in omogeneizzati, è incomprensibile».

C’è anche una questione etica. Dello sfruttamento degli animali contro cui i vegani puntano il dito cosa ne pensa?
«Per carità, sono contrario anch’io alle produzioni intensive. Di carni ma anche di grani. Non lo dimentichiamo. Ci sono alimenti che mangiamo senza saperlo. Gli Ogm, gli organismi geneticamente modificati, non sono ammessi. Ma ce li fanno mangiare attraverso gli animali che mangiano la soia. E che dire del miglioratore del pane? Serve a farlo lievitare meglio, a renderlo più croccante. Viene estratto dal pancreas del maiale. Lo sanno i vegani? La legge prevede un utilizzo sino al tre per cento. Se penso che mia nonna metteva lo scaldino nella madia per fare lievitare il pane impastato con il lievito madre...».

Cosa consiglia, quindi?
«Dobbiamo necessariamente salvaguardare i nostri prodotti agroalimentari. Il rischio è che un po’ alla volta non sapremo più che posa mangiamo davvero. E poi occorre osservare un regime alimentare il più possibile vario, che contenga verdura, frutta, ma anche uova, formaggi e carne. Una cucina di buon gusto, insomma come quella italiana».


A cura di Laura Grimaldi - “Il Giornale di Sicilia”, 20 agosto 2016

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