4.4.17

La Ragione del villano (Serafino Amabile Guastella)

Da un classico della letteratura etnografica, Le parità e le storie morali dei nostri villani (1883)di Serafino Amabile Guastella (Chiaramonte Gulfi, 1819 - 1899), che raccoglie e organizza apologhi e leggende dei contadini del circondario di Modica (Ragusa), riprendo questa paginetta sul potere maschile. Su di essa si potrebbero fare tante considerazioni relative alla distanza che ci separa da quel tempo e da quel mondo o al fatto che l'apologo che si racconta più che rappresentare una realtà di fatto ipostatizza una maschilistica velleità. E tuttavia a sentire certe cronache ho l'impressione che qualcosa della società patriarcale e di quei deliri d'onnipotenza continui a vivere nel mondo d'oggi. (S.L.L.)

Il marito è il despota, il padrone assoluto, il pascià della famiglia, ed è siffattamente puntiglioso dell’autorità sua, che ad ogni sospetto si adombra. Alla moglie dà del tu, e vuol esser ricambiato col voi; e guai se in un impeto di tenerezza essa volesse deporre quel voi. In quel caso le guanciate non si farebber mica aspettare. Guai alla casa dove canta la gallina, dice egli con alterigia. Quando la moglie non è pronta a ubbidire, o ha dimenticato il comando, vien da lui rimbrottata con sozze e stomachevoli ingiurie; ma quando la misera si ricorda che anche essa è di carne, e strilla e rimbecca l’ingiuria, il villano scioglie la cinghia dell’asino, e mena colpi rabbiosi.
Un giorno domandai ad un villano (Mariano, inteso lu Marchisi, villano di Chiaramente, nota dell'Autore): Dimmi un po’, perché bastoni la moglie? Né Dio, né le leggi ti danno un diritto sì iniquo. E il villano, guardandomi in atto di meraviglia, come se mirasse un fenomeno, ricorse alla storia per cavarmi quel pregiudizio dal capo.
Quando Domineddio creò Adamo lo fece Re di tutte lo cose create, e, menandolo attorno pel paradiso terrestre, gli mostrò ad uno ad uno tutti gli animali utili e tutti i nocivi, ammaestrandolo a fuggir questi e a servirsi di quelli. Questo è il bove, e servirà ad arare la terra; questo è l’asino, e ti porterà sopra il dorso; questa è la pecora e ti darà il latte e la lana; questo è il cane, e ti guarderà la casa dai ladri; questo è il gatto, e te la terrà netta dai topi; questo è il gallo, e t’indicherà i cambiamenti del tempo. In quel punto Adamo vide venire Eva, uscita allora allora dalla mano di Dio, e veniva tutta smorfiosa e tutta adorna di fiori.
- E questa, o Signore Iddio, a che cosa potrà servirmi?
- Questa? Questa te l’ho creata per partorirti i figliuoli, ed essere la tua compagna; ma non ti esca di mente che il padrone sei tu, ed essa è la tua serva in tutto e per tutto.
- E, ditemi un po’, soggiunse Adamo, se non volesse obbedirmi con qual mezzo potrei costringerla?
Il Signore gli additò un grosso virgulto di quercia, e gli disse:
- Sai tu come si chiama cotesto?
- Si chiama una verga, rispose Adamo.
- T’inganni, replicò il Signore. Quando la scaricherai sulla moglie per raddrizzarla cambierà di nome, e sarà chiamata Ragione.

È con tal nome che il villano denomina la verga con la quale percuote la moglie.

da Le parità e le storie morali dei nostri villani, Biblioteca Universale Rizzoli, 1976

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