8.1.17

La locomotiva di Guccini. Fonti (Alberto Piccinini)

Il testo che segue è ripreso dalla rubrica di ritagli e citazioni, Vuoti di memoria, a lungo curata da Alberto Piccinini per “il manifesto” (S.L.L.)

LOCOMOTIVA
Poco prima delle 5 pomeridiane di ieri, l'Ufficio Telegrafico della stazione riceveva dalla stazione di Poggio Renatico un dispaccio urgentissimo (ore 4,45) annunziante che la locomotiva del treno merci 1343 era in fuga da Poggio verso Bologna. Lo stesso dispaccio era stato comunicato a tutte le stazioni della linea, perché venissero prese le disposizioni opportune per mettere la locomotiva fuggente in binari sgombri dandole libero il passo in modo da evitare urti, scontri o disgrazie. (...) Alle 5,10 la locomotiva entrava dal bivio e passava davanti allo scalo, fischiando disperatamente, con una velocità superiore ai 50 km. Sulla macchina c'era un uomo che, invece di dare il freno, cercare di fermare, metteva carbone.... Era un uomo che correva, che voleva correre alla morte! Il personale lungo la linea agitando le braccia, gridando, gli faceva cenno di fermare, di dare il freno; taluno gli urlò di gettarsi a terra, ma egli rimaneva imperterrito nella locomotiva. (...) L'urto, disastroso per la macchina e i carri, fu tremendo per l'uomo. (...) Avrebbe potuto pentirsi durante il tragitto e dare il freno ma egli non volle. Probabilmente un'improvvisa alterazione di cervello che lo rese crudele contro se stesso, perché, per quanti pensieri di famiglia egli avesse, non giustificavano certo un tentativo di suicidio che poteva costare la vita a molte altre persone. («Il Resto del Carlino», 21 luglio 1893; fonte della canzone di Guccini La locomotiva)


il manifesto 28 giugno 2011

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