21.12.16

Finché vivo, spero (Leon Trotsky)

Trotsky nel 1897
Dum spiro spero! Finché vivo, spero! Se fossi uno dei corpi celesti guarderei questo miserabile globo di polvere e sudiciume con totale indifferenza. Ma sono un uomo. E come uomo, la «storia del mondo», che a te, divoratore di scienza, a te, contabile dell'eternità, sembra soltanto un momento trascurabile della macchina del tempo, per me è tutto nella vita! Fino all'ultimo respiro, combatterò per il futuro, quel radioso futuro in cui l'uomo, bello e forte, diverrà il padrone dell'incessante flusso della storia e lo dirigerà verso sconfinati orizzonti di bellezza, di gioia e di felicità!
Il XIX secolo ha soddisfatto sotto vari aspetti le speranze dell'ottimista, e sotto molti altri le ha deluse. È stato giocoforza per lui trasferire la maggior parte delle sue speranze nel XX secolo. Ogni volta che l'ottimista si trova di fronte a qualche atrocità, esclama: «Come è possibile che ciò accada alle soglie del XX secolo!». Quando disegna scene meravigliose di un armonioso futuro, le inquadra nel XX secolo. E ora che questo secolo è arrivato, che cosa ha portato come esordio? In Francia, la furia velenosa dell'odio razziale; in Austria, contese nazionaliste; in Sudafrica, l'agonia di un minuscolo popolo, assassinato da un colosso; nella «libera» Inghilterra, gli inni di vittoria degli avi di speculatori guerrafondai; in Oriente, drammatiche «complicazioni»; ribellioni di masse popolari affamate in Italia, Bulgaria e Romania. Odio e uccisioni, carestie e sangue.
Sembra come se il nuovo secolo, questo gigantesco nuovo venuto, sia propenso, proprio all'arrivo, a precipitare l'ottimista nel più nero pessimismo e nel nirvana civile. «Morte all'utopia! Morte alla fede! Morte all'amore! Morte alla speranza!» tuona il XX secolo con le sue salve di fuoco e il rombo dei suoi cannoni. «Arrenditi, patetico sognatore. Sono io, il tuo XX secolo tanto atteso, il tuo futuro.»
«No — replica l'indomabile ottimista —, tu sei solo il presente».

Postilla

Questo straordinario testo scritto daTrotsky nel 1901, a ventidue anni, e già riprodotto in Isaac Deutscher, Il profeta armato. Trotskij 1879-1921, Longanesi, Milano 1979, è ora nella antologia curata da David Bidussa: Leon Trotsky, La vita è bella, Chiere lettere, 2015

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