26.3.15

La festa della Madonna in Sicilia (Cesare Genovese)

Era uso,in Sicilia, ringraziare la Madonna dell'Aiuto, a raccolto avvenuto. I preparativi per la festa erano opera di un comitato che predisponeva le modalità della processione e degli intrattenimenti. Giorni prima il paese era illuminato da migliaia di lampadine, ad accensione intermittente, colorate. Le baracche, illuminate da lampade ad acetilene, esponevano in vendita, torroni, semi di zucca, caramelle fatte seduta stante e zucchero filato. I mulattieri passavano di casa in casa a raccogliere i doni promessi in momenti di difficoltà e in occasione di malattie,consistente in una certa quantità di frumento.
La sera, dopo che la statua della Patrona era stata riportata in chiesa, prima del concerto di una rinomata banda musicale, c'era il lancio dei palloni. Erano costruzioni barocche in cartavelina; sotto, legato con funicelle, c'era un coperchio di lucido per scarpe recante un batuffolo di cotone intriso di petrolio. All'accensione l'aria riscaldata faceva sollevare il tutto, mentre la gente tratteneva il fiato. Succedeva che qualche pallone andasse ad impigliarsi nei fili elettrici, nelle grondaie di un palazzo.
Allora tutto si risolveva in un'allegra fiammata. Col vento favorevole, invece, il ciclo si riempiva di puntini luminosi che si perdevano chissà dove.

da I minareti di Kairouan, Cultura Duemila, 1994

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