24.2.15

La leggenda delle incubatrici. Disinformazione a fini di guerra (Alain Gresh)

Incubatrici
Guerra del Golfo (1990-1991). L'invasione statunitense fu anche una vasta opera di manipolazione. Nell'era della proclamata libera circolazione delle informazioni, le immagini e le parole furono controllate dagli stati-maggiori alleati e dagli specialisti di comunicazione. L'emirato del Kuwait si affidò ai servizi di una grande agenzia che «mise in scena» il documento «amatoriale» che rappresentava l'ingresso dei carri iracheni a Kuwait City, il 2 agosto 1990. Organizzò la testimonianza, trasmessa dappertutto, di un'infermiera la quale giurava che i soldati iracheni avevano tolto la corrente alle incubatrici facendo morire i neonati: fu decisivo per far aderire l'opinione pubblica americana alla mobilitazione contro l'Iraq. Qualche mese dopo, si venne a sapere che il «testimone» in questione era la figlia dell'ambasciatore del Kuwait a Washington...
Il Pentagono non fu da meno. Presentò delle foto truccate all'Arabia saudita per far credere che l'Iraq era sul punto di invaderla e ottenere così l'assenso di Riyad allo spiegamento delle truppe statunitensi nel regno. Diffuse l'idea che gli alleati dovevano affrontare il «quarto esercito del mondo». Arruolò i giornalisti al servizio della sua sola verità. Svelate poco a poco, queste menzogne crearono nelle opinioni pubbliche occidentali un solido scetticismo. I media promisero che non sarebbe più accaduto...


“Le Monde diplomatique – il manifesto”, febbraio 2001)

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