28.11.14

Come ricostruire la sinistra. Una risposta ad Alfonso Gianni (S.L.L.)

Angelo Gianni negli anni 70 del secolo scorso fu deputato del Pdup per il Comunismo. Fece poi il sindacalista per un quarto di secolo.
A cavallo tra i millenni divenne esponente del Partito della Rifondazione Comunista tra i più vicini a Bertinotti.
Nei giorni scorsi ha pubblicato per Huffington Post, il giornale on line dell'Annunziata, un articolo sul nuovo, possibilmente unico, partito della sinistra. Il testo si intitola E' necessario e possibile ricostruire una forza della sinistra?; il Gianni si qualifica come direttore della Fondazione Cercare Ancora. Cuore della proposta dell'ex parlamentare è lo scioglimento e la fusione dei piccoli partiti di sinistra oggi esistenti. 
Un compagno ha proposto l'articolo su fb con consenso; io ho spiegato in un lungo commento le ragioni del mio dissenso. Ne ripropongo qui il testo, un po' rimaneggiato. (S.L.L.)

Per l'articolo di Gianni vedi
http://www.huffingtonpost.it/alfonso-gianni/necessario-possibile-ricostruire-forza-sinistra_b_6204562.html  
Alfonso Gianni con l'ex ministro Tremonti
La dico semplice. Lasciamo perdere i nomi: sinistra, basso, sotto, la si chiami come si vuole. Una forza politico-sociale che organizzi e rappresenti il lavoro e i ceti popolari con lo scopo di combattere le disuguaglianze secondo me è possibile ed è necessaria alla lotta solidale per un mondo meno infelice non solo in Italia, ma in Cina, in Russia e ovunque non ci sia ancora o non ci sia più.
Sono però convinto la proposta di Gianni sia assolutamente sbagliata e controproducente. C'è un profondo discredito dei partitini di estrema sinistra tra i ceti popolari, che li considerano inutili se non dannosi. I loro gruppi dirigenti, a tutti i livelli, dal Comune al Parlamento, hanno permesso nei due decenni trascorsi la spoliazione di reddito e diritti, mentre godevano di privilegi crescenti. Lo stesso Gianni non avrà frequentato gli yacht come il Bertinotti con cui dialogava nei libri, ma gode di un vitalizio indecente, se si guarda al trattamento dei pensionati. Forse non ne ha alcuna colpa, non l'avrebbe neanche voluto il vitalizio né la scandalosa indennità di reinserimento. Forse ora spende tutto per la fondazione che ha fondato e che dirige.
Ma tutto ciò non conta nulla: i lavoratori e i ceti popolari con buone ragioni non si fidano di lui e non si fidano dei partitini, delle loro sigle, delle loro beghe, delle piccolissime carriere che tuttora permettono in alcuni paesi e province. E' inutile, non sono credibili. Il (relativo) successo della lista Tsipras dipende anche dal fatto che SEL e Rifondazione si sono fatti vedere meno del solito, sono stati quasi nascosti.
Lo scioglimento e la fusione dei piccoli apparati, delle piccole strutture residue di SEL e PRC non sarebbe un aiuto alla costruzione della forza popolare per l'uguaglianza di cui c'è bisogno, ma un ulteriore dannosissimo ostacolo. Genova (così io chiamo il congresso dove si rifà il partito dei lavoratori) dev'essere convocata da altri, da circoli, gruppi, movimenti, associazioni, sindacati non compromessi con le subalternità e le velleità degli ultimi due decenni. Quando sarà stata convocata, che i partitini – se non l'hanno già fatto - si sciolgano, ciascuno per suo conto, e invitino le organizzazioni di base ad aderire. Questo è l'unico modo per evitare che quel tanto di buona militanza che in quei partiti resta vada disperso.
A un processo di questo tipo, che abbia altri protagonisti e non la gente che s'è vista in Parlamento, nelle Regioni o nei Comuni, dovrebbero dare una mano ex dirigenti consapevoli come Gianni. Credo che si dovrebbe sottolineare il carattere di "nuovo inizio" che ha la formazione del partito anche con misure transitorie. E' giusto che per i primi anni non si assegnino funzioni di rappresentanza politica e istituzionale a chi ha avuto cariche esecutive o ruoli di rappresentanza istituzionale nelle vecchie forze politiche. Si troverà il modo di far contare le belle intelligenze e le buone energie oggi presenti nei partitini, studiando anche i modi della restituzione solenne del maltolto attraverso i vitalizi ed altri ammennicoli. 
Se così non accadrà, la ricostruzione di un partito dell'uguaglianza, della rappresentanza dei lavoratori e del popolo minuto, della sinistra se così piace chiamarla, sarà probabilmente ritardata con danni gravi. Ma i partitini che non hanno voluto praticare l'eutanasia non riusciranno a sfuggire alla morte con sofferenza.

da fb, 28 novembre 2014

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