10.3.14

Alfred Hithcock (Ingrid Bergman)

Alfred Hitchcock e Ingrid Bergman
E’ un regista estremamente preparato. Quando sta per girare un film, ne studia ogni minimo particolare. Si fa preparare a casa una serie di modellini che riproducono tutte le scene che verranno poi ricostituite in studio. È raro che esa­mini un'inquadratura nella macchina da presa. « So già co­me risulta » è solito dire. Nessuno dei registi che ho cono­sciuto usa i suoi metodi di lavoro.
Di solito agisce unica­mente in base alle sue idee, ma se un attore gli propone qualcosa, non si rifiuta mai di sperimentare il suggerimento. A volte ho creduto di averlo convinto, riuscendo a fargli modificare un'inquadratura, ma di regola ottiene quello che vuole. La sua massima è: «Se non riesci a fare quello che voglio, fa' finta di riuscirci». Per me è stata un'ottima lezione perché tutte le volte che in seguito non sono riuscita a far accettare le mie idee, ricordandomi le sue parole ho alme­no «fatto finta».
Possiede uno spirito pungente, assolutamente delizioso. Credo che gli piaccia la gente autentica. Se si trova ad ave­re a che fare con una persona fasulla, di solito si infila in una strana conversazione che ha tutte le caratteristiche della normalità ma che finisce per rivelarsi poi assoluta­mente assurda. Questo è anche il sistema a cui ricorre per liberarsi degli ospiti sgraditi.

da Ingrid Bergman, La mia storia, Mondadori, 1981

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