14.2.14

Tutto Jarry. Dal re anarchico al viaggiatore dai baffi verdi (Alfredo Giuliani)

Alfred Jarry (1873 - 1907) fu indubbiamente il più eccentrico e geniale tra gli scrittori del simbolismo francese. Prima di parlare di una delle sue opere maggiori è opportuno visitare una piccola galleria, dico piccola perché di necessità incompleta, dei suoi personaggi famosi o meno noti.

Il professor Crocknuff.
Protagonista di un'operetta "chimica" (Gli alcoolizzati) scritta nel 1890, quando l'autore faceva l'ultimo anno di liceo a Rennes. Crocknuff, naturalista e collezionista di feti, ha una disputa con i medesimi, scandalizzati perché lo scienziato si accinge a studiare sotto i loro occhi il proprio pelo anale. Per punirli della loro arroganza, il professore pensa di privarli del loro liquido vitale, l'alcool; ma in tal modo distruggerebbe la preziosa collezione. Allora ripiega su un'isterica vendetta: convince un allievo a entrare in un boccale per lavarsi il deretano, riducendo così anche lui alla condizione di feto.

Il professor Achras.
Mitissimo studioso e "allevatore di poliedri", sta scrivendo un poderoso trattato sulle loro abitudini. Questa vita dedita alla ricerca pura è brutalmente troncata per ordine di Ubu, già re di Polonia e d'Aragona.

Ubu.
Fa la sua prima apparizione, insieme col precedente personaggio, intorno al 1893. Ma la sua nascita, forse con altro nome, risale agli anni del collegio ed è frutto, probabilmente, dell'immaginazione collettiva. Jarry gli dette esistenza letteraria e lo perfezionò in un ciclo teatrale. Ubu è un burattino parossistico, esilarante e abominevole. E' un energumeno carnevalesco, un tiranno libertario che con travolgente idiozia va incontro alla propria rovina senza mai perdersi d' animo. Ubu ha la testa piriforme, gli occhi porcini, il muso di coccodrillo, un pancione pantagruelico (detto "ventraglia"). Tra gli arnesi che gli sono caratteristici: l'uncino per afferrare i nobili; il "bastone da fisica", simbolo della natura, della scienza e delle istituzioni; il "bastone da finanza", simbolo degli onori sociali, dell'accumulazione e dello sperpero; infine la pompe à merdre (la quinta lettera della frequentissima parola è una grande invenzione di Ubu), che potremmo chiamare pompa da fogna, con la quale l'anarchico despota minaccia di svuotare i suoi avversari.

Il dottor Thanaton.
Personaggio infantile, inventore di uno strumento più sofisticato del precedente ubuesco: l'ombrelloclistere.

I Palotini.
Sono tre infami paladini, creature araldiche, piccoli e barbuti, con in capo un berretto frigio, rozzi folletti sempre pronti a eseguire gli efferati ordini di Ubu. L' etimologia di palotins potrebbe discendere da palot, tanghero; in italiano conviene loro il nome di gnaffalucchi.

Sengle.
Protagonista autobiografico del romanzo I giorni e le notti, apparso nel 1897. E' l'esteta fin de siècle, misogino e casto, narcisista, cattolico, allucinatorio. E' un disertore nato, e con tali connotati presta il servizio militare. L'abbrutimento della vita di caserma, che descrive con impavida comicità, non gli impedisce di dedicarsi all' evasione "verso di sé" e alla ricerca dell' eternità. Sengle ama un fratello, che non è un fratello ma un doppio, un' immagine ambigua con cui è sempre più tentato di identificarsi. Ne possiede un calco, una maschera di gesso appesa alla parete. Un giorno egli bacia la bocca di gesso e cade per terra. La maschera si stacca dal muro e colpisce Sengle con violenza sull' occipite. In seguito a questo incidente, Sengle diventa pazzo furioso e viene internato in manicomio. I giorni e le notti è un libro discontinuo e sgangherato, derisorio e surreale, che mescola il sublime alla buffoneria, la lucidità all' ebbrezza delirante.

Il Supermaschio.
All' inizio del secolo naturalmente, il romanzo apparve nel 1902, andava di moda il "moderno". E l'eroe di cui al titolo è il campione della modernità mitica: sesso, elettricità, sfida all'energia cosmica (sfida sportiva e teologica) condotta a colpi di scienza e di tecnologia nonchè di assurdità titanica. Il Supermaschio è un semidio, un misto di Eracle e di Orfeo, che slancia le forze umane "verso l'infinito numerico". Il suo principio ha un risvolto sarcastico: "un uomo che facesse illimitatamente all'amore, non avrebbe difficoltà a fare illimitatamente qualsiasi altra cosa"; ma ciò che si può fare all'infinito, ossia la ripetizione meccanica, è privo d'importanza. Il Supermaschio vince tutte le sfide perché riesce a trasformarsi in puro meccanismo, ma una macchina superfemmina s'innamora di lui e con la propria incandescenza lo uccide mordendogli il cranio. Grottesco, enigmatico, nervoso e ironicamente malinconico, sospeso tra sadismo e platonismo, Il Supermaschio è probabilmente il più bel romanzo Art Nouveau. Fermiamoci qui, anche se la piccola galleria potrebbe continuare.

Faustroll e la patafisica. Ha’ha’
Visitandola spero di aver risparmiato al lettore noiosi discorsi sulla giocosità, la visionarietà e le strategie letterarie di Jarry. E veniamo finalmente all' opera che alcuni considerano la più felice di Jarry, recentemente ristampata dall' Adelphi, Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico. La traduzione di Claudio Rugafiori è filologicamente avvertitissima, ma risulta spesso un calco rispettoso dell' originale, e dunque suona alquanto faticosa. Sacrifichi allegramente il lettore la fatica al pregio dell'esattezza; ho visto in passato traduzioni in apparenza più gradevoli nello stile, eppure costellate di errori e di assai dubbia disinvoltura. Il dottor Faustroll, scienziato patafisico, nacque nel 1898 in Circassia all'età di sessantatrè anni e conservò tale età per tutta la vita. La patafisica è la scienza che si estende di là dalla metafisica, come questa si estende di là dalla fisica. Il 1898 è l' anno in cui Jarry scrisse le Gesta, il cui volume apparve postumo nel 1911. Il dottor Faustroll (da "Faust", il noto mago e negromante del Cinquecento, e "troll", gnomo della mitologia nordica) aveva il viso glabro, tranne i baffi verde-rame, gli occhi come due capsule d'inchiostro schizzato di spermatozoi d'oro, la ventriglia piatta, e dall'inguine in giù era fasciato da un nero pelame satiresco, segno di superiore decenza. Sfrattato dal suo alloggio, perché moroso di undici canoni d'affitto, Faustroll indossò il suo cappotto dal collo di volpe azzurra, si coprì il capo con un casco coloniale, e si avventurò nell' esplorazione di Parigi. In tale impresa gli furono compagni l'ufficiale giudiziario Renè-Isidore Panmuphle, lo stesso che gli aveva notificato lo sfratto e sequestrato un manoscritto e la biblioteca di ventisette volumi, in qualità di rematore, e il babbuino parlante Bosse-de-Nage, in qualità di mozzo. Anni prima uno scrittore di viaggi, Louis Boussenard, aveva pubblicato un libro mirabolante, Da Parigi al Brasile via terra. Il dottor Faustroll intendeva compiere un viaggio ancora più stupefacente: da Parigi a Parigi via mare. A tale scopo aveva costruito una speciale imbarcazione anfibia di dodici metri somigliante a un setaccio di rame allungato, munito di remi da marciapiedi e di ventose a molla, e la cui chiglia rotonda, scorrendo su rotelle isometriche d'acciaio, era in grado di fendere anche le onde piatte della terraferma e di scivolare tra l' aridità delle case e il luccichìo delle vetrine. Se qualcuno ha letto le deliziose conferenze del fisico inglese Charles V. Boys sulle bolle di sapone, può facilmente rendersi conto di come Jarry utilizzasse fantasiosamente la letteratura scientifica. Tenute a Londra intorno al 1890, le conferenze, ci informa Rugafiori, furono tradotte in francese due anni dopo (in italiano le ha pubblicate Zanichelli). Per dimostrare che l'acqua ha una pelle elastica, Boys aveva presentato l'esperimento del setaccio. Immersa la reticella metallica nella paraffina fusa in modo da ricoprirne tutti i fili, Boys l'aveva scossa per liberare i buchi dalla paraffina. Sono buchi nei quali può passare uno spillo, ma non l'acqua, la quale non potendo bagnare i fili paraffinati, non riesce a tendere la propria pelle fino a passare entro i piccoli fori. Ecco che il setaccio galleggia, ed ecco donde viene l'invenzione di Faustroll. Prima di cominciare l'esplorazione, Panmuphle legge i prolegomeni del manoscritto di Faustroll, dove è definita la patafisica, scienza delle soluzioni immaginarie. La patafisica studia le leggi che regolano le eccezioni e spiega "l' universo supplementare a questo". Meno ambiziosamente: "descriverà un universo che si può vedere e che forse si deve vedere al posto del tradizionale".
Non sappiamo se l'universo è un cristallo regolare o, più verosimilmente, un mostro; Faustroll lo ritiene ciò che è l' eccezione di sè. Pertanto, la patafisica è la sola scienza che sa dirne, consapevolmente o inconsapevolmente, qualche cosa di sconosciuto. Panmuphle ha portato nell' imbarcazione i ventisette volumi sequestrati; sono i libri "eletti", i libri "pari" o equivalenti, di Faustroll, e può darsi che fossero in quel momento la "letteratura" di Jarry. Nell' Olimpo della dècadence il Vangelo di San Luca o l'Odissea sono equivalenti a Rabelais, a Mallarmè, a Lautrèamont o al Viaggio al centro della terra di Verne, o alla Storia degli uccelli di Cyrano de Bergerac. Opere proiettabili nella "terza dimensione". Opere che dalle parole formano dunque immagini solide, allucinazioni spaziali, corpi e oggetti in movimento.
Qui è forse il semplice segreto per capire che cosa avviene in quella strana navigazione per terra e per acqua che porta l' insolito terzetto a visitare le "isole" della Parigi letteraria e artistica post-romantica e fantasista. Jarry proietta nella terza dimensione le opere e i caratteri di scrittori e artisti allestendo scenografie e stravaganti episodi fitti di allusioni e deformazioni. Sergio Solmi chiamò le isole inventate da Jarry "concrezioni immaginose". Vorrei trovare una formula migliore. Lo spirito di Rabelais esplora l'interiorità simbolista... colloca qua e là cariche esplosive...
Straordinaria è la sicurezza di Jarry nel selezionare i valori. Basti ricordare il capitolo illuminato dal giallo-oro di Vincent Van Gogh, o l'isola fragrante dedicata a Gauguin, il severo capitoletto per il virulento e apocalittico Lèon Bloy, e la preziosa invenzione dell'isola di Ptyx, omaggio dell'ammiratore a Mallarmè.
Quando Faustroll scompare con la sua navicella traforata in tela di rame, lascia dietro di sé la mappa delle costellazioni decadenti, un denso repertorio di immagini più reali del vero, e lascia l'insondabile caricatura della conoscenza umana, la scienza patafisica, la quale si riassume nell'unico monosillabo pronunciato, nei momenti opportuni, dalla scimmia-mozzo Bosse-de-Nage: "' Ha ' ha". Espressione tautologica, concisa, prudente, provvidenziale nei rapporti umani. Essa infatti corrisponde ai "verissimo", "senza dubbio", "così è", "ne convengo", "sicuramente", "dici bene", e altre consimili, che fioriscono nei Dialoghi di Platone.
Jarry morì di meningite tubercolare nel 1907; ma era già distrutto dalle privazioni degli ultimi anni e dall'alcool. Se ne andò gentilmente chiedendo, ultimo desiderio, uno stuzzicadenti. Nella sua ultima opera incompiuta, La dragona, c' è un passo rivelatore proprio verso la fine, forse è anche la sua ultima parola sulla patafisica: "Bevve da solo e metodicamente, senza arrivare mai a inebriarsi...: le sue dosi erano troppo formidabili per non scivolare sulle sue cellule come un fiume che si perde e si filtra attraverso una sabbia eterna e indifferente...". ' Ha ' ha.


“la Repubblica”, 15 maggio 1984

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