8.8.13

Il caso del giudice Esposito. Imbroglio e diversivo (S.L.L.)

In riferimento alla  vituperata intervista al giudice Esposito, presidente della sezione di Cassazione che ha confermato la (duplice) sentenza di condanna per l’imputato Silvio Berlusconi, reo di frode ai danni del fisco, un ottimo amico e compagno di fb, Mario Genco, si pone retoricamente una domanda: “Ma se l'autore di un documento ne anticipa i contenuti (di cui lui stesso è origine) in una intervista, cosa c'è di male?”.
La risposta ragionevole e obbligata, in astratto, è “Nulla”.
Ma gli amici del condannato, tanti e potenti, sostenuti da una vera e propria campagna di fuoco dei media da lui direttamente o indirettamente controllati, si attaccano a una consuetudine di sacrale riservatezza per tentare di buttare all’aria le carte alla maniera del caimano di Nanni Moretti. L’obiettivo, stavolta, è ancora più grosso che in passato. La capacità di ricatto dei “Berluscones” elettoralmente sconfitti, esaltata dalle recenti scelte di Napolitano, sono notevoli: vorrebbero non solo affermare una sorta di impunità permanente per il loro capo, ma spezzare l’argine che una parte importante della magistratura ha rappresentato contro il loro sovversivo illegalismo. Per conseguire il risultato, il passaggio ormai famoso sul sapere e non sapere dell’intervista ad Esposito del “Mattino” ha rappresentato un diversivo e un fattore di confusione dell’opinione pubblica.
Com’è noto alla interrogazione se i giudici della Cassazione avessero o no accettato il criterio del “non poteva non sapere”, il presidente Esposito - nel suo napoletano al limite della comprensibilità - ha detto grosso modo “tu puoi non sapere, ma se ci sono le prove che ti è stato comunicato, allora tu sapevi”.
E’ del tutto ovvio che il ragionamento si riferisce al condannato Berlusconi. Ma può essere considerato un’anticipazione del documento che Esposito deve scrivere?
Non scherziamo! “Se te l’hanno detto lo sapevi” è un’ovvietà, un’elementare considerazione di buon senso. Si anticiperebbero le motivazioni se si facesse riferimento alle carte processuali, se si indicasse quali prove testimoniali e documentali indicano che al capo criminale è stata data dai suoi accoliti notizia della frode in atto.
Può essere che a un galantuomo come Esposito sfuggissero le capacità di manipolazione degli uomini di Berlusconi nel sistema mediatico, già ideatori del “caso Boffo”, che abbia peccato di ingenuità nell’accettare di rilasciare un’intervista in questo momento, ma il tentativo di stritolarlo è vergognoso e dovrebbe suscitare la reazione di tutte le persone perbene che non hanno perso il lume della ragione.  

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