31.7.13

Agosto in Sicilia (di Francesco Lanza)

Finisce la trebbiatura, e l'estate giunta al suo culmine lentamente decade.
Il villano, tutto bruciato, lascia la falce e il tridente, e riprende la vanga che mise da canto.
Col nuovo raccolto si pagano i debiti contratti al tempo delle sementi; e qualcosa resta da mettere da parte per i bisogni che non si sanno. In agosto ricomincia l'inverno…
La campagna che si credeva lasciata, tosto bisogna riprenderla. La terra non si stanca, e sempre pretende. Ogni giorno ha la sua piccola fatica: qua un albero o una conca, là una siepe o un fosso.
D'un tratto nerica l'uva, come se qualcuno passando si divertisse a imbrattarla. Se hai tempo, utile è ancora zappare la vigna, e ripetere i lavaggi.
Si ritorna, dopo tanto sole, a domandare l'acqua, che rinfreschi la terra arsa, e dia umore agli alberi che non ne ebbero, e ne hanno bisogno.
Acqua d'agosto, olio, miele e mosto.

Da Almanacco del popolo siciliano 1924 in Mimi e altre cose, Vallecchi, 1946

Nessun commento:

statistiche