4.6.13

Il "fulgore" degli Ateniesi (di Roberto Calasso)

Armodio e Aristogitone
Negli affari ateniesi si mescola sempre il «fulgore», lamprótes. Non perché la tirannia dei figli di Pisistrato fosse insostenibile si rivoltarono Armodio e Aristogitone, modelli per ogni riflessione sul complotto e il tirannicidio; ma perché il corpo di Armodio era nel «fulgore della giovinezza» e Ippia, figlio di Pisistrato, lo desiderava. Altrettanto però lo desiderava Aristogitone, cittadino medio e amante di Armodio. La ragione dell'attentato fu una «pena d'amore».
E quando gli Ateniesi scesero a frotte, sin dall'alba, al Pireo, in quello che non sapevano essere il loro ultimo giorno di ebbrezza comune, congiunta all'angoscia, quando la flotta di Alcibiade prese il mare verso la Sicilia, anche allora, in una prospettiva di audacia, conquista e morte, l'attenzione si fermava sul «fulgore alla vista» di quelle navi cariche di ornamenti, finché l'araldo fece squillare la tromba, fu silenzio e i soldati e i capi alzarono le coppe d'oro e d'argento nel gesto della libagione. Questo ci racconta Tucidide, il più sobrio fra gli Ateniesi.

Le nozze di Cadmo e Armonia, Adelphi, 1988

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