17.3.13

Un monumento a Nikita Krusciov (Aldo Natoli)

Con il titolo I due Comandamenti di Nikita Krusciov , su un ritaglio de "la Repubblica", ritrovo un articolo di Aldo Natoli che è ampia recensione della biografia di Krusciov scritta da Roy Mevdedev. Non c'è indicazione di data, ma l'anno è certamente il 1982. Riprendo qui il sapido incipit. (S.L.L.)
Novodevici, Monumento funebre a Nikita Krusciov (dello scultore Neizvestniy)  
Alla fine del 1962 le fortune di Nikita Sergeevic Krusciov avevano già varcato lo zenit: il declino era già iniziato, anche se allora non appariva affatto chiaro. La sera del primo dicembre Krusciov si recò a visitare, alla mostra del Maneggio, una esposizione di pittori «non ufficiali»: così gli capitò di dare un'occhiata ad alcune sale dove erano esposte alcune opere di «arte astratta». Se ne andò indignato, dopo averle definite «scarabocchi imbrattati dalla coda di un asino». Subito dopo si incontrò con lo scultore Neizvestniy, al quale, dopo averne viste le opere, disse che «sbafava i soldi del popolo e produceva soltanto merda». Neizvestniy replicò tranquillamente che lui, Krusciov, «di arte non capiva proprio niente». Ne seguì un colloquio burrascoso che Krusciov concluse in un modo inatteso: «Lei», disse, «è una persona interessante. La gente così mi piace; dentro di lei ci sono contemporaneamente un angelo e un diavolo... Se vince l'angelo, la aiuteremo».
In realtà, fu Krusciov a chiedere aiuto a Neizvestniy. Lo fece molti anni dopo, quando da tempo non era che un pensionato qualunque e, in punto di morte, scrisse nel suo testamento di affidare a Neizvestniy l'incarico di scolpire il suo monumento funebre. Il quale si trova adesso nell'antico cimitero di Novodevici, lontano dalle mura del Cremlino; e l'episodio sta forse a dimostrare il bisogno di clemenza e di riconciliazione che il vecchio Krusciov avvertiva negli ultimi anni della sua vita, quando, ormai lontano dal potere, era circondato solo dal silenzio.

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