19.2.13

Tra Grillo e Ingroia (S.L.L. - Commenti su fb)

Un caro amico, storico della mafia e studioso della globalizzazione mafiosa, il professor Giuseppe Carlo Marino riprendendo un suo argomentato giudizio sulla natura parafascista del Movimento 5 Stelle, consapevole della (quasi) impossibilità che si verificasse, in una sua nota osava sognare: “E se la protesta popolare invece che verso gli ambigui grillini si dirigesse verso la Rivoluzione Civile?”. 
Ho così commentato: “Nuoce all'alternatività della lista di Rivoluzione Civile la presenza dei tre ex ministri Di Pietro, Ferrero e Diliberto più altri simili notabili e il sostegno a livello locale di tanti mestieranti della politica. A volte è gente perbene e si trova persino qualche persona di sinistra tra di loro, ma sono tutti giustificatamente percepiti come una parte della casta dei politicanti e molti di loro hanno un attaccamento evidente alle poltrone e alle poltroncine come ai privilegi e privilegini che esse comportano”.
Alle accuse di qualunquismo che mi sono venute ho replicato: “Qualunquismo o non qualunquismo, gli ex ministri, ovunque candidati, sono percepiti come parte della casta dei politicanti, così come molti candidati locali, assessori, consiglieri comunali retribuiti eccetera, mentre i "grillini" danno un'impressione più netta di alternatività, al punto di attrarre una parte importante della protesta di sinistra. Capisco le ragioni pratiche, la militanza per la raccolta delle firme, i soldi di Di Pietro eccetera eccetera, ma i partitini, rivendicando anche con la scelta delle candidature la loro continuità (Diliberto non cerca neanche l'elezione, solo di marcare il territorio), hanno fatto una meschina scelta di sopravvivenza, non hanno voluto volare alto. Così molta protesta, anche di persone di sinistra oltre che di lavoratori, prende altre strade, molto pericolose”.
Per chiarezza ho aggiunto: “Anch'io voto senza difficoltà Rivoluzione Civile: l'elezione di Franco La Torre e di altri 4 o 5 deputati val bene la conferma di un Di Pietro o di un Li Gotti. Ma il problema non è il mio voto: il problema è il voto di tante persone che non ne possono più e avrebbero potuto orientare a sinistra la loro protesta e non affidarla all'astensione o a Grillo… Rivoluzione civile è un accrocco che non durerà oltre le elezioni. Il massimo che si può ricavare sono cinque o sei deputati valorosi dell'opposizione di sinistra. Con questi chiari di luna non è poco".

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