25.2.13

Grillo è un mitomane? In dialogo con Elisabetta Piccolotti (S.L.L. - da fb)

Elisabetta Piccolotti, una giovane compagna folignate che fa l’assessore nella sua città ed è candidata di Sel alla Camera in posizione eleggibile, di fronte allo strabordare di Beppe Grillo non ha potuto più tacere, ha preso penna e ha diffuso una sorta di invettiva contro l’uomo politico genovese.
Scrive, tra l’altro, che “Beppe Grillo è un mitomane che pensa di essere in guerra contro il mondo. Condottiero di un esercito tutto da costruire, raccoglie di tutto, mescolando mercenari o incazzati di tutte le parrocchie di destra e di sinistra. Per questo il suo discorso evita tutti gli argomenti scomodi e si concentra sulla guerra, le milizie, il nemico comune: 'arrendetevi tutti', 'bombe sul parlamento', 'generali senza esercito', sono solo alcune delle espressioni militari ricorrenti. Ma chi è il nemico? Sostanzialmente è in guerra contro chiunque sia colpevole di non pensarla esattamente come lui. Non importa cosa pensi e cosa faccia: per Grillo non fa differenza, chiunque può essere un problema per il solo fatto di avere dei dubbi sulle idee di Grillo stesso. E infatti ecco l'elenco dei nemici: tutti gli altri partiti, nessuno escluso, tutti i giornali e i giornalisti, nessuno escluso, tutti i sindacati, nessuno escluso, tutte le pubbliche amministrazioni dai Comuni all'Europa, nessuna esclusa, tutte le banche, nessuna esclusa - anche se ne è stranamente azionista -, e infine tanto per non rischiare è in guerra contro il sistema, così dentro ci può infilare all'ultimo minuto chiunque osi ribellarsi, come tutti i militanti del M5S che osino disobbedire al 'capo politico' e che per questo vengono chiamati traditori e venduti, e infine espulsi senza nemmeno una sentenza. Come in guerra: i disertori si fucilano e basta.
È in guerra anche contro di me, che ho 30 anni, non ho mai rubato niente a nessuno e ho chiesto l'introduzione del reddito minimo garantito e la rifiuti zero 10 anni prima di lui. Il suo sogno sarebbe che persone come me non esistessero, che il mio partito -cioè la mia comunità di uomini e donne pensanti - potesse essere chiuso per legge. Ci odia, e non è dato sapere perché...
”.
Aggiunge: “Ci chiama 'malati di mente', ma di malato di mente io ne vedo uno solo”.
Conclude: “Fermare le guerre di uno contro tutti e cominciare la ricostruzione. Ce la faremo: non temete!”.
Ho abbozzato stanotte una risposta, che – riletta – mi pare un po’ abborracciata, ma che tuttavia “posto”, con poche correzioni puramente formali, giacché mi pare che i nostri compagni politicanti, inclusa lei che è ragazza di testa e di cuore, non riescano a capire che cosa stia accadendo.
"Forse ce la faremo, per ora, Elisabetta, ma il mitomane dell'"arrendetevi tutti" ha già conseguito una vittoria e si prepara all'assalto finale. Intanto otterrà una valanga di voti e non solo da sprovveduti, qualunquisti o gente di destra. Dario Fo - per esempio - non è uno sprovveduto e non è qualunquista.
Ciò avviene perché è proprio su quel "tutti" che ti scandalizza, che fa leva. Fermiamoci ai partiti. C'è un partito, uno solo anche piccolo, tra quelli in lizza anche in liste di coalizione, che abbia detto "basta" in forme clamorose al saccheggio di risorse da parte del ceto politico o che abbia fatto tutto il possibile per farsi sentire quando l'ha detto? Che abbia detto che tremilacinquecento (o anche 5000 contro gli 8.900 attuali) netti più i rimborsi di spese effettivamente sostenute per viaggi e soggiorni bastano e avanzano per un parlamentare? C’è qualcuno tra i parlamentari, o tra gli altri nababbi della politica, abbia rinunciato al di più, anche demagogicamente e provvisoriamente come fanno i Grillini nell'Assemblea Regionale Siciliana? Che abbia proposto di tagliare i vitalizi da subito (anche quelli già maturati), come s'è fatto con le pensioni, facendo atti clamorosi di protesta a sostegno della proposta? Che si sia opposto alla retribuzione (o quasi) dei consiglieri comunali? Alla moltiplicazione delle consulenze? delle partecipate? dei manager strapagati, spesso scelti dalle segreterie dei partiti o dalle cordate di partito? Potrei continuare a lungo con gli esempi.
Se Grillo e i suoi tanti elettori pensano "tutti" è perché “troppi” si sono giovati di questo “magna magna”, mentre tanti di quelli che lavorano duro guadagnano 700-1000 euro al mese e devono considerarsi fortunati.
Cara Elisabetta, non è solo Grillo che odia indistintamente tutto il ceto politico e non crede alle battaglie giuste che qualcuno può aver fatto 10 anni prima di lui, è “il popolo” che lo odia. Se Grillo fosse (soltanto) uno psicopatico, non sarebbe tanto pericoloso. E invece, mentre ti faccio un "in bocca al lupo" sincero per la probabile elezione, ti prego di tenere presente, in qualsiasi ruolo, le ipotesi di scenario che seguono, secondo me non peregrine.
Se, com'è possibile, la legislatura s'incartasse, se la crisi economica e finanziaria continuasse, se non si fermasse l'impoverimento e continuassero i tagli allo stato sociale; se intanto non ci fossero drastiche misure, ma davvero drastiche, a dimostrare come i politici di mestiere facciano anche loro qualche sacrificio, Grillo alle prossime elezioni, verosimilmente anticipate, potrebbe avere un trionfo da salvatore della patria e l'“arrendetevi tutti” non sarebbe solo metaforico: le tendenze autoritarie e militariste che già adesso mostra si accentuerebbero. E poco gioverebbe dire che i suoi non possono governare perché non sono esperti, perché dell’incapacità e dell’ingordigia degli altri saremmo tutti ancora più esperti di quanto non siamo già adesso. Un abbraccio”.

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