17.2.13

1935: l’Italia in Etiopia. La Chiesa esalta il Duce e benedice l’aggressione

Il Cardinale Nasalli Rocca
Nel 1935 l’aggressione dell’Italia fascista all’Etiopia non ebbe solo la benedizione (normale?) dei cappellani militari, ma di tutta la gerarchia cattolica. Il Cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, il 28 ottobre per esempio così arringava i fedeli: “Sui campi d’Etiopia il vessillo d’Italia reca in trionfo la croce del Cristo, spezza le catene degli schiavi, spiana la strada ai missionari del Vangelo”; mentre il cardinale Nasalli Rocca, arcivescovo a Bologna salutava “il provvidenziale e incomparabile Condottiero di questo nostro popolo italiano, popolo di santi, di eroi, di geni, di colonizzatori”.
Predappio, Chiesa parrocchiale di S.Antonio da Padova
Monsignor Francesco Gardini, dalla diocesi di Bertinoro che comprendeva Predappio, il paese nativo del duce, esaltava il suo privilegio di essere il «vescovo di Mussolini»: “ Diocesano nostro è l'uomo provvidenziale che ha sgominato i nemici interni della Nazione, che ha dato agli italiani, che ne necessitavano, il senso della Patria, che ha tranquillizzati gli animi di tutti e li ha uniti in Un sol fascio, che ha reso forte e disciplinata la presente generazione, che ha pensato e voluto la nostra espansione. Seguiamolo nell'opera grande, che sarà, con l'aiuto di Dio, anche opera gloriosa “.
Non sorprende che il Duce, recatosi in visita nel corso del 1935 alla chiesa parrocchiale di Predappio, abbia reso omaggio al Santissimo Sacramento con un disinvolto saluto romano.

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