23.1.13

Cavalcare (di Gregory Peck)

«Cavalcare non mi crea nessun problema, a meno che non si tratti di cavalcare un pesce, come in Moby Dick. Sembrava che la maledizione della balena bianca fosse ricaduta su di me. Quando si girava l'ultima scena e io dovevo inabissarmi con lei, rischiavo tutte le volte d'annegare. Una volta s'alzò la tempesta, io ero sul dorso della balena, un isolotto di gomma sdrucciolevole, la nebbia era fitta, le onde come palazzi, i cavi si spezzarono. Stavo per fare la fine di Achab. E pensare che, quando me la offrirono, quella parte mi sembrò un colpo di fortuna!
«Al contrario fu un incidente alla schiena, a portarmi fortuna. Successe durante una lezione di danza. L'istruttore per aiutarmi a raggiungere una certa posizione mi puntò un ginocchio sulla spina dorsale. Che fece crac. Io ancora scricchiolavo quando scoppiò la seconda guerra mondiale. Rifiutarono la mia domanda d'arruolamento proprio mentre i più grossi attori venivano richiamati sotto le armi. Fu allora che a Hollywood i produttori diventarono indulgenti nei miei confronti».

Da un’intervista a cura di Claudio Lazzaro in “L’Europeo”, 3 novembre 1989

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