25.11.12

“Io cantavo in gregoriano”. Ernesto Balducci e il silenzio del 1938.

In un articolo di Giuseppe Damascelli dal titolo La Chiesa, il fascismo, gli ebrei su un ritaglio dal “manifesto” senza data (ma della metà degli anni 80) ritrovo una bella citazione del prete scolopio Ernesto Balducci e delle sue battaglie. Riprendo qui il brano. (S.L.L.)

Nel bel numero monografico de «Il Ponte» dedicato nel 1978 proprio alle leggi liberticide antiebraiche di 40 anni prima, così commenta Ernesto Balducci il silenzio del 1938:

«Quel che mi stupisce è che una così inaudita violazione della dignità dell'uomo (che si trasformò anni dopo in genocidio) non abbia provocato una vera e propria insurrezione delle coscienze, come l'avrebbe provocata, senza dubbio, una violazione anche molto minore dei diritti della chiesa cattolica. La ragione è che la chiesa si riteneva chiamata a difendere i diritti dei cattolici... non già i diritti dell'uomo come tale.»...

«Quando, anni dopo, lessi in una pagina del grande martire cristiano Dietrich Bonhoeffer, che non è lecito cantare in gregoriano se non si alza la voce in difesa degli ebrei, ebbi un sobbalzo. Per l'appunto io avevo cantato le stupende melodie gregoriane mentre gli ebrei venivano deportati. Il tragico è che cantavo con innocenza... La disciplina ci faceva obbligo di ignorare che eravamo in guerra, perché e contro chi... Solo pochi anni dopo ho saputo...».

Nel 1965 padre Ernesto Balducci veniva denunciato per vilipendio della religione dello Stato per aver rievocato, in una pubblica conferenza, le responsabilità storiche della Chiesa nel razzismo antigiudaico. Come si vede, la verità è dura a farsi strada...

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