11.11.12

Dimenticare Gadda? (Mario Baudino)

Dalla rubrica "Cartesio", con titolo mio, una notizia attuale dell'anno scorso. Con salato commento. (S.L.L.)
Carlo Emilio Gadda
Un giovane critico letterario, Salvatore Ferlita, lancia un guanto di sfida in un saggio appena uscito per Liguori, dal titolo Contro l'espressionismo. Il senso è tutto nel sottotitolo: «dimenticare Gadda e la sua eterna funzione». La sostanza del ragionamento è che il «gaddismo» ha contagiato generazioni di scrittori e di accademici che, «catturati dai «nitriti stilistici di Gadda, dai suoi rutti vulcanici» hanno via via appesantito le loro e le altrui scritture, fino a renderle quasi illeggibili a forza di trasgressioni verbali, mescolanze di gerghi, «frantumazione del discorso narrativo». L'argomento e' complesso e non gli si rende giustizia riassumendolo in due righe. Ma la conclusione potrebbe essere questa: il problema non è certo Gadda scrittore, ma il sistema che gli si è costruito intorno. Ovvero la nostra letteratura si è fatta molti danni da sola, fra l'altro mettendo in fuga i lettori, e senza chiedersi perché. Dato che non accade solo per i libri, dev'essere una sindrome nazionale.

"La Stampa", 22 aprile 2011 

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