15.10.12

Ormanno Foraboschi su Fortini e Vittorini (Gian Paolo Cesarani)

Nella bella biografia di Luciano Bianciardi scritta da Pino Corrias, alcune pagine sono dedicate a Ormanno Foraboschi, un aristocratico intellettuale molto amico dello scrittore grossetano, che per campare la vita fece soprattutto il pubblicitario e non lasciò, a quanto pare, quasi nulla di pubblicato, affidando all’oralità il suo estro creativo e alla memoria dei contemporanei la testimonianza. Una delle memorie raccolte da Corrias è di Gian Paolo Cesarani. Riguarda, indirettamente, Franco Fortini, anche lui fra gl’intimi di Foraboschi al punto di tollerarne – contro l’indole in molte occasioni dimostrata – la pungente persa in giro. (S.L.L.)

Franco Fortini
C'era un tavolo ovale al ristorante Pontevecchio, che tutti chiamavamo il tavolo Foraboschi: lui si sedeva ed era capace di tenere appese al filo della sua conversazione an­che venti persone. Raccontava storie, una per esempio, bel­lissima, su Vittorini e Fortini che camminavano a lato di un corteo operaio, fine anni cinquanta, con la polizia schiera­ta che a un certo punto carica, scoppiano gli incidenti, c’è il fuggi fuggi e un poliziotto, in corsa, piomba su Fortini, lo afferra, lo trascina via e Vittorini, alto, grosso, con la voce in falsetto che grida: 'Lo lasci! Lo lasci!' fino a che intervie­ne un commissario in borghese e Vittorini gli grida: 'Lo fer­mi, questo è il professor Fortini! Io sono Vittorini!'. Sentiti i due cognomi, il commissario fa un salto indietro, ordina l'immediato rilascio di Fortini e si inchina, si scusa, dice: 'Perdonate professor Fortini, davvero, che errore! Ma que­sti guaglioni l'avevano scambiata per un comunista!'.
Lui, su questa storia, ci rideva sino alle lacrime, ma bi­sognava sentirla raccontare da lui, con la mimica, le facce…

Da Pino Corrias, Vita agra di un anarchico. Luciano Bianciardi a Milano, Feltrinelli, 2011

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