8.10.12

Il latte d'asina, Nello Musumeci e Francesco I di Francia (S.L.L.)

Una delle più grandi battaglie politiche dell’attuale candidato alla presidenza della Regione, il destro Nello Musumeci, fu quella per la pari dignità del latte d’asina con il latte di vacca. Nel 2007 a questo scopo fece appello con apposita interrogazione al commissario europeo alla Salute e tutela dei consumatori, il cipriota Markos Kyprianou. Costui gli rispose: “Il comitato scientifico per l'alimentazione umana si si è finora pronunciato solo sul latte di vacca”; e aggiunse: "Nessuna richiesta è pervenuta alla commissione europea in relazione al latte d'asina". Insomma considerò quella del Musumeci un’interrogazione insensata, visto che neppure i padroni delle asine avevano chiesto tale riconoscimento.
Musumeci però è della scuola del “mi spezzo, ma non mi piego”; e pertanto lanciò un nuovo appello: “Produttori di latte d’asina di tutta Europa, unitevi!”. Aggiunse che “una decisa azione da parte degli allevatori di asine da latte” sarebbe servita “a far riconoscere al prodotto equino le peculiarità di valida alternativa alimentare”. E fece riferimento al “largo uso che il latte d'asina potrebbe trovare nell'alimentazione degli anziani e nella dermocosmesi”.
Il Musumeci dimenticava le qualità terapeutiche di detto latte che avevano avuto, qualche secolo prima, una sorta di “brevetto reale” da Francesco I di Francia, il quale scrisse in suo onore la quartina seguente, che io riprendo da una vecchia guida gastronomica, a cura di Enrico Carlo Izzo (Guida alla cucina esotica, insolita, erotica, Sugar, 1964).

Par sa bonté, par sa substance,
Le Lait de mon ânesse a refait ma santé
Et je lui dois bien plus, en cette circustance,
Qu’aux ânes de la Faculté.

“Per la sua bontà, per la sua sostanza/ il latte della mia asina mi ha ridato la salute / ed io le devo molto in questa circostanza,/ assai più che agli asini della Facoltà”.
Così concludeva, alludendo ai professori di medicina dell'Università, il re che nella battaglia di Pavia tutto aveva perduto forché l'onore. I grandi medici, probabilmente, si vendicarono agevolandone la morte con l'incuria e l'ignoranza, nel 1547, quand'era ancora relativamente giovane: 53 anni. Morì a Rambouillet, di setticemia. Quella volta il latte della sua asina non bastò a salvarlo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe interessante conoscere alcune delle più grandi battaglie di Rosario Crocetta (per completezza di informazione).

Anonimo ha detto...

Ciao!
Credo che questo articolo sarà di tuo gradimento!
http://www.qualeformaggio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1097:yogurt-e-kefir-dasina-il-futuro-del-latte-e-in-basilicata&catid=4:attualita&Itemid=10

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