14.10.12

Civiltà romana. La morte dell’imperatore Vitellio (Svetonio)

Nel brano che segue, dalla Vita dei dodici Cesari, Svetonio senza commenti registra la cattura e l’uccisione dell’imperatore Vitellio, il terzo e ultimo degli imperatori dell’anno 69 d.C., che segnano il drammatico passaggio dalla dinastia Giulio-Claudia ai Flavi. La sua rilettura mi ha portato alla mente altre, più recenti catture per impulso e mandato di nuovi imperi che, come quello antico dei Romani, amano presentarsi come faro del diritto e della civiltà. (S.L.L.)

Le avanguardie della colonna avevano già fatto irruzione e, non trovando alcuno, mettevano ogni cosa sottosopra, come si fa in simili circostanze.
Lo trascinarono fuori dal nascondiglio e gli chiesero chi fosse (dato che non lo conoscevano) e se sapesse dov’era Vitellio; dapprima tentò di ingannarli con una bugia; ma poi, riconosciuto, non smise di supplicarli che, avendo egli da dire cose relative alla sicurezza di Vespasiano, intanto lo custodissero, anche in prigione.
Finalmente, con le mani legate dietro la schiena e una corda gettata intorno al collo, lo trascinarono con l'abito strappato, seminudo, al foro, tra una baraonda di insulti e di gesti offensivi per tutta la via Sacra, con il capo tirato indietro per i capelli come si usa coi criminali, e perfino col mento tenuto alto dalla punta di una spada, perché mostrasse la sua faccia alla vista e non la tenesse bassa, mentre alcuni gli gettavano addosso fango e merda e altri lo chiamavano terrorista e mangione. Tra quella marmaglia c’era chi gli rinfacciava la statura enorme e il viso quasi sempre rosso per il vizio del vino, la pancia obesa e un femore scassato per l’urto di una quadriga mentre faceva da assistente a Caio (Caligola) che guidava.
Infine, presso le discesa delle Gemonie,  venne scarnificato con minutissimi colpi e finito, e da lì con un uncino trascinato nel Tevere.

Suetonius, Vita Caesarum, VII, Vitellius, XVII. Trad.S.L.L.

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