9.9.12

La falsa Bardot migliore di quella vera (“Il Lombardo”, febbraio 1972)

“Il Lombardo”, uscito per pochi numeri nel 1972 e poi sospeso per mancanza di lettori e/o di finanziamenti, fu un tentativo di imitazione de “L’Espresso”, che all’epoca aveva ancora il formato “lenzuolo”, su una linea politica insieme più “nordista” e più moderata. Dell’Espresso riprese la ricerca di collaboratori fissi di prestigio (da Leonardo Sciascia al musicista e musicologo Malipiero al medico cantautore Jannacci) ed alcune rubriche erano un calco. Ad esempio una certa Faustina faceva il verso al “Lato debole” di Camilla Cederna (ovviamente senza averne la cultura e la classe). Da “l’Espresso” dei primi anni (quello degli anni Settanta aveva spostato tutte le frivolezze nel supplemento “colore”) si riprende l’uso di abbellire qualcuna delle ultime pagine con immagini di giovani donne (mai discinte) del mondo dello spettacolo o della moda considerate, per una qualche ragione, in ascesa. Le immagini – come un tempo su “L’Espresso” - erano corredate da brevi articoli, quasi sempre di tono ironico, che fornivano informazioni sulle bellezze in questione, segnalavano curiosità, ne citavano le parole. Eccone qui un esempio. (S.L.L.)


La chiamano « la falsa Bardot », ma è meglio di quella vera. In comune con l'attrice francese ha i capelli biondi, l'aria tra sbarazzina e maliziosa, gli occhi, le labbra, i seni. E diciassette anni in meno. La bella copia di Brigitte Bardot si chiama Susan Shaw e fa l'indossatrice tra Londra, dove è nata, e Parigi, dove l'ha adottata il mondo della moda. Quando non è impegnata come modella la si incontra in quel punto di richiamo londinese che è Piccadilly Circus. Qui l'ha sorpresa il fotoreporter davanti a un emporio d'abbigliamento per giovanissimi fra i più frequentati, « I was Lord Kitchener's valet ». È un locale aperto giorno e notte, battuto in ogni ora. Susan Shaw quando la scambiano per la più famosa Bardot prende la cosa con spirito. « Qualche volta — dice — entro nella parte e rilascio autografi firmando Brigitte ». Il cinema tuttavia non è una tentazione per lei. «Ho una professione che mi piace e che mi consente di guadagnare bene. Somigliare a Brigitte è soltanto una divertente circostanza ».

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