27.8.12

L'etica di Coetze e Wilson e l'empatia per gli animali (di Claudio Bartocci)

Giaguaro
Le «Tanner Lectures» tenute da J. M. Coetzee presso la Princeton University nel '97-'98 sono raccolte nel volume La vita degli animali appena ripubblicato in edizione economica da Adelphi (traduzione di Franca Cavagnoli e Giacomo Arduini, pp. 155, € 8,00).
Per bocca dell'alter ego Elizabeth Costello (una scrittrice non più giovane invitata dall'Appleton College a tenere due conferenze su un tema a sua scelta), Coetzee pronuncia la più appassionata arringa in difesa dei diritti degli animali. Un'arringa che è un virulento atto di accusa contro un «crimine di proporzioni stupefacenti» commesso dal genere umano: i maltrattamenti che a cuor leggero infliggiamo alle specie diverse dalle nostra.
Non è tanto argomentando sul piano filosofico che Coetzee articola la sua requisitoria, quanto rivolgendo ai lettori/ascoltatori l'accorato appello a risvegliare dentro di sé quella facoltà che «talvolta ci permette di condividere l'essere di un altro»: l'empatia. Nella seconda conferenza, intitolata /poeti e gli animali, Coetzee/Costello commenta due poesie di Ted Hughes, Il giaguaro e Un'altra occhiata al giaguaro. Quando si mette davanti alla gabbia dell’animale, Hughes non ha alcun interesse per i «giaguari in generale, la sottospecie giaguaro, l’idea di giaguaro, ma si lascia possedere dalla «vita di quel singolo giaguaro», dalla «giaguaritudine» racchiusa nel suo corpo.
Nel 1980 le «Tanner Lectures» ebbero come conferenziere Edward O. Wilson, l'eminente zoologo noto per i suoi studi sull'organizzazione sociale degli insetti (in particolare le formiche) e per le sue tesi sociobiologiche (delle quali non intendiamo parlare). Trasgredendo alla seriosità tipica della prosa accademica, Wilson inizia la conferenza (L'umanità osservata da distante) con una stravagante fantasia, la «prolusione del magnifico rettore dell'Università Internazionale delle Termiti». Sulla Terra - immagina Wilson - l'evoluzione ha prodotto una specie intelligente di macrotermiti, pesanti più di 10 chilogrammi, capaci di pensiero astratto, dotate di linguaggio simbolico e, di conseguenza, in grado di basare la propria organizzazione sociale prevalentemente su una complessa cultura. I valori centrali, la vera essenza della «termiticità» comprendono, fra l'altro, la sacralità del sistema psicologico di casta, il rifiuto del male costituito dai diritti dell'individuo, la bellezza del canto f eromonico, il «piacere raffinato di cibarsi dall'ano dei compagni di nido dopo aver mutato pelle». Il testo di questa conferenza è incluso, insieme ad altri non meno istruttivi, nel volume In cerca della natura (Blu Edizioni, pp. 174, € 14,00), in cui Wilson tenta di dimostrare l'inconsistenza di ogni visione antropocentrica nell'affrontare la questione dei rapporti della specie umana con le altre specie animali e vegetali. Piuttosto, è il nostro cervello ad essersi evoluto, nel corso di qualche milione di anni, in un mondo biocentrico. Da questo punto di vista, in singolare consonanza con le posizioni di Coetzee, Wilson pone a fondamento dell'etica ambientale il concetto di «biofilia», intesa come «affiliazione emotiva innata di un essere umano a un altro organismo vivente».

“alias”, 22 novembre 2003

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