22.7.12

Tasse. Pagare felici? (S.L.L.)

Ecco perché ringrazio chi paga le tasse
Pago le tasse e sono felice. Perché? Perché ho il cancro. E lo sto curando in una struttura pubblica che ha messo a mia disposizione l'alta qualità scientifica ed umana del dottor Carlo Iannace e di tutto lo staff della "breast unit" dell'azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Tutto a costo zero. A costo zero per me e per altre centinaia di donne, indipendentemente da tutto. Le tasse garantiscono i diritti di tutti. Perciò ringrazio tutti quelli che, come me le pagano. (Lettera firmata)
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Tommaso Bori, giovane e attivo consigliere comunale del Pd a Perugia, è persona che ha certamente buoni principi e sentimenti: ha ripreso da una pagina fb questo ritaglio di giornale e lo ha collocato nel suo “diario” del social network, corredandolo di sopratitolo: “La più bella riflessione sulle tasse che io abbia mai letto. Pagare tutti, pagare meno e capire che chi evade è un ladro e ruba a voi, non allo Stato”.
Su fb mi sono permesso il seguente commento: “D'accordo. Ma non può rappresentare un alibi per legislatori ingiusti che usano il sistema fiscale per aggravare l'ingiustizia sociale, esentando preti e grande finanza, procurando scudi e favorendo elusioni, e spremendo i piccoli, lavoratori dipendenti e pensionati".
Aggiungevo: "Certo, quando ci si accorge che con le tasse si cura il cancro, si paga con piacere. Ma quando uno pensa alle indennità dei deputati, ai rimborsi viaggio, alle consulenze inutili date ad amici e ad amici degli amici; quando uno vede uno Stato con figli e figliastri che fa l'esoso con i poveracci e il generoso coi potenti; quando uno considera amministrazioni politiche e burocratiche che sono tutto un magna magna, allora paga lo stesso, ma lo fa molto di mala voglia”.
Aggiungo qui una piccola cattiveria. Perché Tommaso ha scritto “chi evade è un ladro e ruba a voi”? Perché non ha scritto “ruba a noi?”.
La lingua batte dove il dente duole e il dente che duole è quella sorta di stipendio che a Perugia e in molti Comuni i consiglieri comunali percepiscono e che è equivalente al mensile di un impiegato medio o a una discreta pensione.
Un tempo questo appannaggio non c'era, c'erano i gettoni di presenza di un tempo, che riguardavano le sole sedute del Consiglio Comunale. Ancora nei primissimi anni Novanta un Consigliere Comunale a Perugia percepiva un rimborso di 50 mila lire a seduta, per due o tre sedute al mese. Il Consiglio peraltro aveva molti più poteri, in seguito devoluti all’esecutivo, sindaco e giunta, o addirittura alla burocrazia.
Adesso, con le regole della cosiddetta "seconda repubblica" i consiglieri deliberano su poche cose ed a loro sono rimasti soprattutto compiti di controllo ed indirizzo. Ma, benché privati di poteri e responsabilità dirette, per giustificare i nuovi sostanziosi introiti, hanno moltiplicato le riunioni di commissione e, come foglia di fico, legato il mensile a un certo numero di presenze. Con conseguenze tra il farsesco e i vomitevole: consiglieri che entrano in Commissione alle 10, si fanno segnare e si allontanano alle 10 e 10. O che per ottenere la presenza arrivano dieci minuti prima della fine, alle 13.
Sulla dirittura morale, sulla serietà e sull’operosità di Tommaso Bori io metto la mano sul fuoco. So che non c’entra niente con tutto ciò. Ma la trasformazione di quello che era un impegno civico volontario, sostanzialmente gratuito, in un guadagno o in un arrotondamento pari a uno stipendio (o forse uno stipendio e mezzo) di tanti lavoratori è tra le ragioni per cui non si è felici di pagare le tasse. La politica, anche a livello locale, è diventata un mestiere e i politici di mestiere sono diventati troppi. Per di più non pochi di loro hanno compensi e privilegi esagerati. In questo contesto non è possibile pagare con gioia, con la soddisfazione di un dovere compiuto, come sarebbe giusto. Tanto più se dal ceto politico non si hanno ritorni di buon governo, ma tagli, tagli e tagli, anche in Sanità, per restare al tema della bella lettera avellinese.
Guasticchi, il presidente della Provincia, per esempio, fa il turista gratis in Sicilia, dove va in giro a parlare di legalità. Forse nelle sue concioni non manca la condanna senza pietà dell’evasione fiscale. Intanto, tuttavia, intasca un'indennità assolutamente esagerata (qualsiasi parametro si prenda in considerazione),  per di più arricchita da rimborsi e altri ammennicoli, e dipende anche da questo il fatto che tante persone rimangano senza cure adeguate. Se privilegi, storture, sprechi si perpetuano bellamente sotto gli occhi di tutti, il sacrosanto elogio delle tasse da pagare per il bene comune rischia di rimanere una tirata moralistica e vacuamente retorica.

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