30.6.12

Per una morte senza "dignità" (di Franco Fortini)

Personalmente credo «giusto», «umano» e «positivo» che l'uomo vada alla morte senza «dignità», piangendo e defecando, nel tremore, nell'angoscia e nella ricerca di un qualsiasi oggetto che lo trattenga (o pensiero che lo illuda) al di qua.
Le mandrie imploranti che scendevano nelle fosse naziste testimoniano a favore dell'uomo più di tutti coloro che rifiutano la benda. Il Cristianesimo — che è anche una storia di tremito e lacrime — umilia i filosofi che si svenano senza batter ciglio.

Da Gli ultimi tempi. Note al dialogo di De Martino e Cases
In “Quaderni piacentini”, N.22 maggio-agosto 1965

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