12.5.12

Lumìe di Sicilia nell’impero degli zar.

Da un articolo dello storico Salvatore Lupo sull’agrumicoltura siciliana e meridionale riprendo una curiosa schedina sulle esportazioni in Russia. (S.L.L.)
A cavallo tra Otto e Novecento, quello russo è il mercato delle «prime marche», la merce sceltissima risultato di una serie di selezioni successive che conducono alla spedizione di un quarto soltanto dei frutti originariamente incassati. L'immenso impero zarista, dove i consumi delle masse sono poveri e quelli delle classi dirigenti raffinati, esprime infatti un gusto elitario che guarda più alla qualità che al prezzo. Ci sono inoltre degli aspetti tecnici, relativi alla difficile conservazione del prodotto nel clima russo, ed alla lentezza dei trasporti interni del grande impero. La merce, spedita da Catania o Messina, arriva nel porto di Odessa, da cui parte per il suo lunghissimo viaggio per ferrovia, su particolari vagoni areati in estate e d'inverno riscaldati a vapore, sempre sorvegliata da speciali guardiani. I costi di trasporto e conservazione sono dunque proibitivi, ma il prezzo al consumo viene ancor più elevato da un robusto dazio doganale.
Un accordo italo-russo nel 1903 porta ad un lento incremento dell'esportazione, che giunge nel 1911 alla ragguardevole cifra dì 506.000 ql.

In “Storia e dossier”, Anno III n.16, marzo 1988

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