14.4.12

Vendola e la sanità in Puglia. Dubbi (S.L.L.)

Per non stressare il cuore un po’ malato evito di guardare i tg e i dibattiti televisivi che eccitano la mia irascibilità. Non so se la cosa sia un bene, ma credo che, così facendo, mi si allunghi la vita.
L’ultima cagione di sofferenza è stato l’accostamento, malizioso o protervo, delle notizie relative alle malversazioni del “cerchio magico” leghista all’avviso di garanzia a Nichi Vendola, accusato dalla cosiddetta “Lady Asl” pugliese di aver “pilotato” la nomina di un direttore di struttura. Si tratta di un chirurgo  rinomato, tra l’altro con simpatie per la destra, che il presidente pugliese avrebbe voluto a Bari forzando le regole. Mi auguro che sulla questione si accerti la verità e che, se risultasse colpevole di abusi, il presidente della Regione Puglia sia condannato e punito; ma non posso sopportare gli atti di cannibalismo mediatico che mettono questa eventuale colpa, pur grave, sullo stesso piano delle picaresche vicende che hanno come protagonisti Belsito, i Bossi, e come oggetto appartamenti, conti del dentista eccetera.
Credo che tutte le persone oneste, a sinistra e nel centrosinistra, anche se hanno Vendola in antipatia e duramente ne contestano la linea politica, dovrebbero reagire a questi tentativi di linciaggio mediatico e non gioirne, come invece purtroppo accade.
Dico ciò, nella convinzione che la vicenda in discussione – a prescindere dai risvolti giudiziari – riveli  un errore nella politica sanitaria della Regione Puglia.
Il presidente, infatti, sembra  tentato dai successi d’immagine ottenuti attraverso i cosiddetti “punti di eccellenza”. E' il caso della discussa e fallita joint-venture della Regione con la fondazione di don Verzè per una struttura d’avanguardia. E anche il sostegno a primari di grido per la realizzazione di reparti con macchinari sofisticati lascia intendere che per questa via si vuole lasciare un segno di cambiamento, non attraverso l’impegno nella sanità di base, nella strutture piccole e diffuse, nella prevenzione eccetera. 
Scegliere come possibile fiore all’occhiello della Regione cliniche avveniristiche o reparti modello è in ogni caso un errore: anche quando si realizzano (i costi sono alti), restano cattedrali nel deserto. Meglio sarebbe  fare qualcosa di sinistra, a cominciare dalla salubrità dell’aria, invece che impegnare tempo e denaro con i Verzè. Per esempio si potrebbe prendere di petto la situazione sanitaria di Taranto e alzare come bandiera la difesa della salute del popolo inquinato in quella sventurata (e bellissima) città.

P.S.
Leggo un aggiornamento: Vendola sarebbe indagato anche per una transazione (proposta, ma mai avvenuta) in un contenzioso con un grande struttura privata (di preti). Secondo le indiscrizioni i corvacci avevano chiesto 42 milioni per lavori effettuati che avrebbero dovuto essere a carico della Regione e la Regione gliene aveva riconosciuto addirittura 45. Il presidente trova immaginaria la riscostruzione e comunque nega recisamente di entrarci qualcosa. Io gli credo. Ma mi nasce un altro dubbio sulla politica sanitaria di quella Regione. Una giunta di sinistra (o anche di centrosinistra) non dovrebbe sciogliere gli intrecci tra pubblico e privato, in specie clericale? E' stato fatto con coerenza in Puglia?

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