28.2.12

Le donne secondo Diderot

Il brano che qui propongo, nella traduzione di Anna Maria Tatò, è tratto da un articolo di Diderot, databile intorno al 1770, scritto a commento di un saggio di Antoine Thomas (1732-1785), letterato a quei tempi autorevole e tra i frequentatori del salotto di M.me Necker. L’ho ripreso dalle pagine culturali de “la Repubblica” di domenica 24 giugno 1984. (S.L.L.)
E’ soprattutto nella passione dell'amore, negli eccessi della gelosia, nei trasporti della tenerezza materna, nei momenti di superstizione, nella maniera di partecipare alle emozioni epidermiche e popolari, che le donne — belle come i serafini di Klopstock, terribili come i diavoli di Milton — ci stupiscono. Ho visto l'amore, la gelosia, la superstizione, la collera, portati dalle donne ad un punto di esasperazione tale che l'uomo non ha mai provato. Il contrasto dei moti violenti con la dolcezza dei loro tratti le rende orride; ne sono quanto mai sfigurate.
Le distrazioni di una vita fatta di impegni frantumano le passioni di noi uomini. La donna invece cova le sue: è un punto fisso, sul quale la sua oziosità o la frivolezza delle sue mansioni tiene lo sguardo continuamente attaccato. Questo punto si estende senza misura e, per diventar folle, alla donna appassionata non mancherebbe che quella totale solitudine che va cercando. Ho visto una donna onesta rabbrividire all'avvicinarsi dello sposo; l'ho vista immergersi nel bagno, senza mai sentirsi lavata abbastanza dalla sozzura del dovere.
Questa specie di ripugnanza è a noi uomini pressoché sconosciuta. Il nostro organo è più indulgente. Molte donne moriranno senza aver provato l'estremo della voluttà. Questa sensazione, che io guarderei volentieri come una forma di epilessia passeggera, per loro è rara; a noi non manca mai di raggiungerla ogni volta che la invochiamo. La felicità suprema le spinge tra le braccia dell'uomo che adorano; noi la troviamo anche accanto a una donna compiacente che non ci piace. Meno padrone dei loro sensi di noi, la ricompensa è per loro meno pronta e meno sicura. Cento volte la loro attesa è delusa. Organizzate come esse sono tutto al contrarlo di noi, l'impulso che in loro sollecita la voluttà è così delicato, e l'origine così remota, che non è straordinario che essa non venga affatto o che si smarrisca. Se sentite una donna sparlare dell'amore, e un uomo di lettere disprezzare la considerazione pubblica, potreste ben dire dell' una che il suo fascino sta per tramontare e dell'altro che il suo talento sta per inaridirsi.

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