1.7.11

Trasporti pubblici. Un anticipo della controriforma fiscale.

Non so se Berlusconi, Tremonti o altri riusciranno a portare in porto la tardiva riforma reaganiana che taglia le tasse (soprattutto dei ceti medio-alti) attraverso l’accorpamento delle aliquote. E’ certo che, mentre una qualche attenzione si è riservata agli effetti di una simile riforma, impossibile in uno Stato indebitatissimo senza misure compensative dei ridotti introiti, assai meno gli osservatori di sinistra hanno riflettuto su alcune misure che già oggi, nel 730 relativo ai redditi del 2010, in scadenza il 20 giugno, concretamente ( e ancor più simbolicamente) anticipano l’orientamento della presunta riforma. Di una di queste misure parla la lettera di una lettrice torinese pubblicata su “La Stampa” del 28 maggio 2011 che propongo qui di seguito, assai incisiva nella sua brevità: riguarda l’abolizione degli sgravi concessi agli abbonati ai mezzi di trasporto pubblico. (S.L.L.)
Un tram a Torino

Una lettrice scrive
«Al momento di rifare la consueta dichiarazione dei redditi (il 730) ho scoperto che da quest'anno è venuta meno la possibilità di detrarre ("scaricare") gli abbonamenti ai trasporti pubblici urbani. Poiché da anni rinnovo l'abbonamento annuo Gtt per me e per i miei bambini, la mia sorpresa si è unita al disappunto. Evidentemente, nonostante i problemi di traffico e smog, non soltanto non si vuole incoraggiare chi usa i mezzi pubblici; per recuperare qualche spicciolo si è scelto con la manovra finanziaria di eliminare anche l'unica agevolazione del passato. In barba, naturalmente, alla riduzione delle tasse...».
Laura Menegatti


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