15.6.11

Anticoncezionali per uccidere. Un test a Piazza Armerina.

A volte in cronaca appaiono notizie così strampalate che non possono essere inventate, devono essere per forza vere. Questa è accaduta nella Sicilia interna, a Piazza Armerina città famosa per la vicina villa del Casale, monumento insigne dell’arte musiva tardo antica. E’ apparsa tra il 4 e il 5 giugno su molti giornali on line e cartacei, isolani e peninsulari, anche di grande prestigio come il “Corsera” o “La Stampa”. La ripropongo con un articolo da “La Sicilia web” del 4 giugno 2011, in cui è riportato un particolare inquietante che non ho rintracciato altrove, relativo agli anticoncezionali chimici. (S.L.L.)
Piazza Armerina
04/06/2011
PIAZZA ARMERINA (ENNA) –
C'erano anche compresse anticoncezionali, assieme a farmaci per la pressione arteriosa e per le cardiopatie, nel cocktail che Maria (il nome è di fantasia, ndr), 50 anni, tre figli, casalinga, aveva preparato per uccidere il marito. Prima però ha voluto testare il miscuglio sulla vicina di casa, che per fortuna adesso sta bene. Da settimane infatti l'improvvisata farmacologa organizzava a Piazza Armerina, nell'Ennese, il piano per eliminare il consorte, 56 anni, disoccupato che si arrangiava con lavori saltuari e che, secondo la moglie, in trent'anni di matrimonio l'avrebbe ripetutamente tradita con giovani donne.
Dopo tre decenni a saltellare da un letto all'altro, almeno nelle fantasie della moglie, l'uomo recentemente avrebbe intrattenuto rapporti con due ragazze del paese che hanno la metà dei suoi anni. Quella che appare come una commedia alla Alvaro Vitali, ha però rischiato di trasformarsi in tragedia.
La cinquantenne, appesantita dagli anni e dall'amarezza di un matrimonio infelice, ha rastrellato tutti i farmaci di casa, frugando anche negli appartamenti dei figli, ormai tutti sposati e persino più grandi delle amanti attribuite al marito. Senza andare per il sottile e ignorando di che farmaci si trattasse, ha fatto un impasto di molecole e l'altro pomeriggio, per testarne l'efficacia, ha invitato a casa una vicina di 26 anni, più o meno coetanea delle preferite del marito.
La scusa dell'invito era la proposta di vendita di una tenda d'arredamento, attività che la donna da qualche tempo aveva avviato a casa propria per sbarcare il lunario. Aveva già deciso che per avvelenare il marito avrebbe versato la pozione in una gassosa, ma per il test sulla ragazza è andata al risparmio, usando acqua e zucchero e aggiungendo il cocktail di farmaci opportunamente polverizzati. Ne è venuta fuori una bevanda torbida, che l'ignara vittima ha mandato giù tutta d'un fiato. La giovane, sposata e con un figlio, dopo aver scolato l'ultima goccia ha subito avvertito uno strano sapore. A questo punto l'autrice del misfatto si è fatta prendere dal panico ed è fuggita al commissariato, lasciando l'ospite attonita, seduta nel soggiorno di casa.
Ai poliziotti ha raccontato tutto. Gli agenti, individuata la casa della signora, hanno dovuto sfondare la porta per sequestrare i farmaci, successivamente analizzati nei laboratori dell'ospedale Chiello. Quanto alla vicina, dopo la fuga precipitosa della sua potenziale avvelenatrice, con un aplomb d'altre latitudini, si è chiusa alle spalle la porta dell'amica ed è tornata a casa propria, dove è stata raggiunta dalla polizia che l'ha condotta al pronto soccorso, dove è rimasta in osservazione per qualche ora e poi dimessa. La donna è stata denunciata per lesioni aggravate ed è tornata a casa del marito fedifrago.

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