10.5.11

La bolla della bioetica (da "micropolis" aprile 2008)

Su “micropolis” dell’aprile 2008, nella rubrica “La battaglia delle idee” c’era un mio pezzo (per la verità un po’ lungo e cronachistico) dal titolo La bolla della bioetica. Ne ripropongo qui una riduzione. (S.L:L.)
Edoardo Boncinelli
Le giornate della bioetica, svoltesi dal 3 al 18 aprile 2008 tra la Sala dei Notari e la Facoltà di Lettere, hanno proposto una bislacca Perugia fra Biotecnologie avanzate e nuovo Umanesimo. Il responsabile della manifestazione, tal Di Pilla da Gualdo (o da Nocera), docente di Letteratura francese, presiede il Comitato di Bioetica dell’Università. Per la solenne apertura ai Notari, con la sessione su Bioetica e medicina, ha designato come presidente il genetista Dallapiccola, la cui fama si deve, più che alle scoperte, all’essere esponente di punta del Comitato Scienza e Vita promosso dal cardinale Ruini, strumento principe della riscossa culturale vaticana. Gli interventi di costui, denigratore di ogni ricerca sulle cellule staminali embrionali, sono stati sottolineati da ovazioni di truppe cammellate di ciellini o di studenti in caccia di “crediti”. Tutto ciò contribuiva a “marcare il territorio” secondo l’uso di certe specie animali.
Nelle giornate, di volta in volta dedicate alle relazioni della bioetica con la biologia, la filosofia, il diritto, l’ambiente, sono state tante le relazioni sui temi più svariati, con taglio divulgativo o problematico: non ne mancavano di pregevoli e qualcuna tentava di forzare, in nome di un approccio laico, i confini della ratzingeriana “ragione aperta al mistero dell’oltre”. Tra i relatori unica voce fuori dal coro il prestigioso genetista (e grecista) Edoarso Boncinelli, che non ha nascosto un forte fastidio per la nozione stessa di “bioetica”. Il suo intervento ha messo in discussione la rivendicazione di una “bioetica” come “scienza delle scienze”, una sorta di surrogato moderno della medievale teologia, e come quella saldamente in mano a un papato che pretende di dettare legge non solo in materia di religione, ma anche di ragione. I bioeticisti, variante attuale di quei “filosofi salariati” che nell’Ottocento Olindo Guerrini bollava come “panciuta camorra di ruffiani”, si propongono a destra e manca per consulenze e pareri, elaborando come i confessori gesuiti del Seicento una minuziosa serie di divieti (e una complicata casistica per scavalcarli). Nei dubbi e nelle inquietudini che la moderna ricerca incessantemente suscita si attribuiscono un ruolo arbitrale, proponendosi come corporazione autorizzata da una qualche bolla pontificia.

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