13.4.11

Verso la Storia di Stato? La Carlucci vuole il controllo sui libri di testo.

Gabriella Carlucci, attivissima deputata berlusconide, ha ripreso di recente un vecchio pallino dei seguaci del Cavaliere, quello di controllare i libri di testo di storia, per favorirne una revisione che li sottragga a quella che le sembra l’egemonia comunista e allinearli ad una nuova “storia di stato”, più conforme alle esternazioni di Berlusconi e di Bossi sulle vicende storiche del nostro paese. Il primo passo è la proposta di una “commissione d’inchiesta parlamentare”, che la deputata ha presentato in febbraio e giungerà entro poche settimane in discussione alla commissione cultura della Camera dei deputati. Posto qui, a mo’ d’appendice, l’intera relazione d’accompagnamento, piena di simpatiche gags. (S.L.L.)

Gabriella Carlucci, deputata berlusconiana
La relazione di accompagnamento al progetto di legge
Onorevoli Colleghi! — In Italia negli ultimi cinquant'anni lo studio della storia è stato spesso sostituito da un puro e semplice tentativo di indottrinamento ideologico. Tale tentativo, retaggio dell'idea gramsciana della conquista delle «casematte del potere», si è propagato attraverso l'insegnamento della storia e della filosofia nelle scuole. Con la caduta del Muro di Berlino e con la fine dell'ideologia comunista in Italia i tentativi subdoli di indottrinamento restano tali, anzi si rafforzano e si scagliano non solo contro gli attori della storia che hanno combattuto l'avanzata del comunismo ma anche contro la parte politica che oggi è antagonista alla sinistra.
Tutto ciò non è pura teoria, basta sfogliare la maggior parte dei libri di testo che oggi troviamo nelle scuole, sui banchi dei nostri figli, per capire la gravità del problema. Proviamo a sfogliare qualche libro di testo. «La storia» di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, descrive tre personaggi storici: Palmiro Togliatti, «un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali»; Enrico Berlinguer, «un uomo di profonda onestà morale ed intellettuale, misurato e alieno alla retorica»; Alcide De Gasperi, «uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica». «Elementi di storia» di Camera-Fabietti, edito da Zanichelli, a proposito dei gulag sovietici, in cui perirono milioni di esseri umani, scrive: «L'ignominia dei gulag non è dipesa da questo sacrosanto ideale (il comunismo), ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo». «Storia», volume III, di De Bernardi-Guarracino, edito da Bruno Mondadori, a proposito del Governo De Gasperi e del Presidente della Repubblica Einaudi, a pagina 319 scrive: «Sin dal 1948 la definitiva rottura del fronte antifascista si manifestò con l'instaurazione di un governo di centro-destra i cui indirizzi programmatici (...) già si muovevano in direzioni assai diverse dalle indicazioni del dettato costituzionale». Per forza di cose «da quel momento l'attuazione della Costituzione sarebbe diventato uno degli obiettivi dell'azione politica delle forze di sinistra e democratiche».
      Ma la «battaglia partigiana dei libri di testo» non si ferma a questo, si spinge oltre osannando l'attuale schieramento di sinistra e gettando fango sui loro avversari. «La storia» di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, a proposito del Partito democratico della sinistra (PDS) scrive: «Il PDS intende proporsi come il polo di aggregazione delle forze democratiche e progressiste italiane; la sua azione ha per base un programma di riforme politico-sociali miranti a rendere più governabile il Paese, a moralizzare la vita pubblica, a risanare le finanze dello Stato e ad attenuare le diseguaglianze e le ingiustizie sociali a danno dei ceti più deboli economicamente». «L'età contemporanea» di Ortoleva-Revelli, edito da Bruno Mondadori, a proposito di Oscar Luigi Scàlfaro sostiene: «Dopo aver abbandonato l'esercizio della magistratura per passare all'attività politica nel partito democristiano, Scalfaro si è segnalato per il rigore morale e la valorizzazione delle istituzioni parlamentari». È, inoltre, il testo di Camera e Fabietti «Elementi di storia» che si distingue per la quantità di notizie partigiane e propagandistiche volte a influenzare, evidentemente, i giovani diciottenni a fini elettorali: «La Democrazia cristiana, fortemente sollecitata anche dalla combattiva europarlamentare Rosy Bindi, allontanava dalle cariche di partito ed escludeva dalle candidature tutti i propri esponenti inquisiti» (pagina 1679); nel 1994, con Berlusconi Presidente del Consiglio dei ministri, la Democrazia italiana arriva a un passo dal disastro: secondo gli autori, «l'uso sistematicamente aggressivo dei media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla Direzione generale antimafia, alla Banca d'Italia, alla Corte costituzionale e soprattutto al Presidente della Repubblica condotti da Berlusconi e dai suoi portavoce esasperarono le tensioni politiche nel Paese, sommandosi alle tensioni sociali determinate dalla disoccupazione crescente (che contraddiceva clamorosamente le promesse elettorali di Forza Italia) e dai tagli proposti dal governo alle pensioni, alla sanità e in genere alle spese statali per la previdenza sociale». Il punto peggiore si raggiunse il 21 dicembre, quando «Berlusconi annunciò ai deputati le proprie dimissioni, dichiarando nello stesso tempo che sarebbe seguito o un governo Berlusconi-bis o un governo destinato a condurre al più presto il Paese a nuove elezioni. Tali pronunciamenti miravano esplicitamente a ridurre o a vanificare la libertà di scelta del Presidente della Repubblica» (pagine 1682-1683). Questo elenco naturalmente potrebbe continuare ancora per molto ma bastano questi esempi per capire la gravità della questione.
Ognuno ha diritto ad avere il suo punto di vista e anche la sua faziosità: può scrivere i suoi articoli o i suoi libri, poi li comprerà chi vuole. Ma si può essere così di parte in manuali (perché il problema riguarda non uno, ma molti libri di testo) che migliaia di studenti devono, per forza, comprare e studiare? Può la scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano e anche fazioso, spesso superficiale? 
È per questo che con la presente proposta di legge si vuole istituire una Commissione parlamentare di inchiesta volta ad accertare e a porre fine a questa situazione a dir poco vergognosa. Non si può, ancora oggi in un Paese che tutti definiscono libero, esercitare un indottrinamento del genere. Indottrinamento subdolo e meschino perché diretto a plagiare le giovani generazioni dando insegnamenti attraverso una visione ufficiale della storia e dell'attualità asservita a una parte politica.
Non può il Parlamento ignorare e fare finta di non vedere queste cose: sarebbe una mancanza nei confronti della libertà di opinione delle giovani generazioni, palesemente violata.

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