20.4.11

Terrone, terronuccio e terronazzo. L'insulto federalista.

Dalla bella recensione di Gualberto Alvino al recente volume di Pietro Trifone, Storia linguistica dell'Italia disunita, Il Mulino (http://www.retididedalus.it/sommario%20sito.htm ) ho recuperato un simpatico elenco di insulti federalisti, la cui gustosa (ma amara) fruibilità prescinde almeno in parte dal contesto. (S.L.L.)
Tra le animose formule linguistiche adoprate con intenzioni di scherno da italiani contro altri italiani lo studioso passa in rassegna – per la gioia di quelli che Raffaele Simone chiama word lovers – alcuni degli stereotipi geografici più noti, come Bassitalia (tutt’altro che innocuamente descrittivo); ciociaro ‘persona rozza e incivile’; genovese ‘taccagno’; matriciano (da Amatrice, patria del semplicissimo condimento “cacio e pepe”) ‘burino’; milaneseria ‘grettezza, affarismo, pacchianeria’; napoletano ‘rodomonte, esibizionista’; norcino ‘sozzo, sgarbato’, ma anche ‘censore, castratore di scritture’, essendo i cerusici di quella città tradizionamente abilissimi nella sterilizzazione dei maiali; pariolino/pariolo ‘giovane romano danaroso, modaiolo e reazionario’, opposto a zecca ‘studente di sinistra vestito retró anni Settanta’; sbolognare ‘disfarsi di qualcosa, tagliare la corda’, «voce di origine furbesca, che allude a Bologna come luogo in cui si fabbricavano e vendevano oggetti d’oro falso o di bassa lega, secondo il noto adagio oro di Bologna, rosso dalla vergogna»; sudico (specialmente al plurale equivoco sudici) ‘sporco meridionale’, ecc. Ai quali aggiungeremmo almeno marchigiano ‘seccatore’ (Meglio un morto in casa che un m. dietro la porta: com’è noto, i marchigiani erano zelantissimi esattori papalini) e sardegnolo, sinonimo non marcato di sardo se riferito ad animali (somarelli s.), grave ingiuria se affibbiato a persona.
Ecco poi i cliché esterofobi, o stereotipi geografici al quadrato, «che umiliano in una volta sola lo straniero e l’italiano proveniente da un’area del paese con cui si intende polemizzare»: ascaro, che da ‘soldato indigeno aggregato alle truppe coloniali europee, e in particolare a quelle delle colonie italiane in Africa’ è passato a indicare il ‘parlamentare voltagabbana e servile’ e anche ‘qualsiasi meridionale che tradisce gl’interessi della sua stessa terra’; baluba ‘popolo di lingua bantu stanziato in Congo’, largamente diffuso nel Sud come improperio contro i leghisti; beduino ‘zotico, pezzente’; extracomunitario, usato dai settentrionali contro i meridionali; mao mao o mau mau, termine con cui, specie nella patria della Fiat, si bollano gl’immigrati del Mezzogiorno, ecc.
Tra i molti stereotipi di segno sociale («un senso di superiorità misto a malcelata inquietudine è alla base del pregiudizio degli abitanti della città nei confronti di chi arriva dalla periferia, dalla campagna, dalla montagna, dai boschi, da altri paesi, da luoghi diversi rispetto alla propria urbs o civitas e per ciò stesso ritenuti inurbani o incivili»), come cafone, burino/boro/buro, buzzurro, borgataro, montanaro, paesano, pecoraio/pecoraro, polentone, vaccaio/vaccaro, zappaterra, ecc., spicca senza dubbio terrone per l’impressionante costellazione di neologismi cui ha recentemente dato luogo in rete: i diminutivi terroncino, terroncello e terrunciello, terronuccio, terronino, terronello, terronetto; gli accrescitivi terronone, terroncione; i peggiorativi terronaccio, terronazzo, terronastro; i sostantivi terronata, terronità, terroneria, terronezza, terronaggine, terronismo (si noti la non casuale affinità con terrorismo), terronizzazione, terronificazione, terronofobia, terronologia; gli aggettivi terronese, terroniano, terronico, terronale, meridio-terronale, terronistico (cfr. terronismo); i verbi terronare e terronizzare: «A parte le sdrammatizzazioni scherzose – commenta acutamente l’Autore –, sempre opportune, la quantità e la varietà delle forme collegate a terrone sono certamente indicative dell’imponenza di un fenomeno – lo schiamazzo mediatico sulla ‘terroneria’ – che potrebbe ritorcersi come un boomerang contro chi, cavalcando il pregiudizio, ha esasperato le tensioni in atto e alzato i toni della polemica, ovvero contro i mandanti e gli esecutori della propaganda antimeridionale».

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