20.4.11

L'oltranzismo ideologico e morale di Dante Alighieri (secondo Pietro Trifone)

Dalla recensione di Gualberto Alvino alla Storia linguistica dell’Italia disunita di Pietro Trifone su "Le Reti di Dedalus", rivista on line del Sindacato Nazionale Scrittori, riprendo l’informativa sul capitolo dedicato a Dante. Mi pare che la caratterizzazione del nostro maggiore poeta sia apprezzabile e condivisibile. (S.L.L.)
Un intero capitolo è dedicato alla faziosità attribuita a Dante, il cui capolavoro ha fornito agli italiani «uno straordinario archetipo letterario e supremi modelli concettuali e retorici di discorso aggressivo e, talvolta, di tendenziosità polemica»: per l’autore della Commedia, infatti, l’Italia è un bordello, i fiorentini un ingrato popolo maligno, Pisa il vituperio delle genti, Lucca un covo di barattieri, Roma cloaca del sangue e della puzza, i genovesi pieni d’ogni magagna e meritevoli di sterminio. Tuttavia, scrive Trifone, «la categoria interpretativa della faziosità non riesce a spiegare la più profonda matrice dell’atteggiamento dantesco, le cui punte estreme tendono piuttosto a inscriversi entro la diversa categoria – contigua alla precedente, ma di un grado superiore – dell’oltranzismo ideologico e morale. […] Ciò che dice e fa nella Commedia può in certi casi non piacerci o non persuaderci del tutto, ma è comunque l’espressione di una grande anima ormai affrancata dai doppiopesismi della politica militante, e pronta quindi a sostenere le tesi più estreme e sgradevoli, senza curarsi che siano in contrasto con le posizioni e gli interessi di questa o quella parte».


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