21.4.11

L'Anabasi di Senofonte (Italo Calvino)


Senofonte
Di Senofonte e della sua Anabasi quelli della mia generazione che furono studenti al Liceo Classico di certo ricordano una lettura canonica del  quinto ginnasio, quella dell’arrivo al mare del gruppo di mercenari greci sbandati e disperati. E ricordano forse il sentimento di commozione che in quella pagina comunica il grido talatta, talatta (“mare, mare”), urlo di liberazione e di speranza. Ho riletto (o forse letto per la prima volta – non la ricordavo) l’introduzione di Italo Calvino all’Anabasi per l’edizione della BUR (Milano, 1978), notevole per l’acume critico e splendida per la scrittura. Ne colloco qui un pezzetto, come viatico a una riscoperta (o scoperta) del capolavoro di Senofonte e a una rilettura (lettura) delle magnifiche prose di Calvino. (S.L.L.)

Italo Calvino
Come scrittore d’azione, Senofonte è esemplare; se lo confrontiamo con l’autore contemporaneo che più gli corrisponde – il colonnello Lawrence – vediamo come la maestria dell’inglese consistere nel sospendere – come sottinteso all’esattezza tutta fatti della prosa – un alone di meraviglia estetica ed etica attorno alle vicende ed alle immagini; nel greco no, l’esattezza e la secchezza non sottintendono nulla: le dure virtù del soldato non vogliono essere altro che le dure virtù del soldato.
C’è sì un pathos nell’Anabasi: è l’ansia del ritorno, lo sgomento del paese straniero, lo sforzo di non disperdersi perché finché sono insieme essi portano in qualche modo con sé la patria. Questa lotta per un esercito condotto alla sconfitta in una guerra non sua e abbandonato a sé stesso, questo combattere solo  per aprirsi una via di scampo contro ex-alleati ed ex-nemici, tutto questo avvicina l’Anabasi a un filone di nostre letture recenti: i libri di memorie sulla ritirata dalla Russia degli alpini italiani. Non è una scoperta di oggi: nel 1953 Elio Vittorini, presentando quello che doveva restare nel genere un libro esemplare, Il sergente nella neve, di Mario Rigoni Stern, lo definiva “piccola anabasi dialettale”.

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