11.4.11

Adolescente, con la guerra (Juliette Gréco)

Mia madre e mia sorella Charlotte sono state per me degli esempi di impegno e di vita. Hanno preso parte alla Resistenza, sono finite in un campo di concentramento. A quel tempo non si scherzava. C’erano il fascismo e il nazismo. Io era molto giovane e mi adoperavo come potevo. Portavo la posta, trasmettevo messaggi. E, soprattutto, non parlavo. Il segreto e il silenzio erano vitali. Sapevo che cosa succedeva, vedevo le persone, francesi e non francesi, che passavano da casa nostra. Eravamo in Dordogne. Molti ebrei arrivavano da noi per raggiungere la Spagna. Molti ebrei arrivavano da noi per raggiungere la Spagna. Restavano qualche giorno, poi partivano e non li si rivedeva più. Sapevo che cosa succedeva.
Da allora non ho mai cessato di battermi. E mi batterò fino all’ultimo, perché niente al mondo è più prezioso della libertà. La bestia che ha generato quel male mi pare che sia ancora viva.
La scelta dei testi e degli autori è la mia maniera di combattere. Non credo ci sia arte senza impegno. Picasso non avrebbe dipinto Guernica. Sono molte le ragioni che muovono gli artisti. Ma tra queste la libertà, l’amore, il sesso rimangono i motori fondamentali.
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Da La figlia di Parigi (a cura di Gianni Perazzoli) in “Micromega. La primavera” N.2, 9 marzo 2006.

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