27.12.10

L'orrore di una guerra fratricida. Pietro Nenni racconta Garibaldi.

Dal Garibaldi di Pietro Nenni (Sugarco, 1961) riprendo questa bella e drammatica pagina di storia patria. Racconta l'intervento di Giuseppe Garibaldi alla Camera dei deputati del Regno d'Italia appena proclamato. (S.L.L.)
Il 18 aprile 1861 Garibaldi entrava alla Camera. Era vestito in modo pittoresco e poco parlamentare, con la leggendaria camicia rossa, un “poncho sudamericano e un sombrero spagnolo. Il suo duello oratorio con Cavour fu drammatico.
Il Parlamento aveva chiuso la “questione romana” con un “ordine del giorno Boncompagni” del 27 marzo. Mazzini e Garibaldi erano insorti contro il tortuoso documento, nel quale la sola cosa chiara era la subordinazione dei diritti italiani al benestare di Napoleone. E ora, l’intervento di Garibaldi nel dibattito parlamentare rimetteva ogni cosa in discussione.
Sul principio il suo discorso fu pacato. Il generale, che non aveva mai chiesto nulla per sé, perorò la causa dei suoi compagni, dei suoi soldati, di quell’esercito di volontari nei quali vedeva lo strumento delle guerre future contro l’Austria e della liberazione di Roma. Poi l’amarezza e lo sdegno lo fecero insorgere contro Cavour, e dopo aver chiesto alla Camera se “come uomo” avrebbe potuto stringere la mano di colui che l’aveva reso “straniero in Italia”, lo accusò di aver voluto provocare nel Mezzogiorno “l’orrore di una guerra fratricida”.
Fu il finimondo. Dal suo banco Cavour, rosso di collera, gridava al presidente di far rispettare il governo e i rappresentanti della nazione. La destra si gettava nel tumulto con una specie di voluttà. Il centro era come schiacciato dalla violenza dell’accusa. La sinistra, dal canto suo, quasi non osava sostenere il suo campione.
Indifferente al chiasso, dritto di fronte a Cavour, Garibaldi martellava il suo banco e ripeteva: “Sì, una guerra fratricida”. La seduta dovette essere sospesa.

Nessun commento:

statistiche