23.11.10

Maria vergine offende le donne d'oggi.

Riprendo da “il manifesto” di martedì 16 giugno 1987 un’intervista di Gunhild Scoeller alla teologa Uta Ranke-Heineman, preceduta da una breve nota firmata g.a., che la contestualizza. (S.L.L.)
Piero della francesca, Madonna del Parto, particolare

A Essen si attende il rientro dalla Polonia del vescovo titolare, Franz Hengsbach, che ha accompagnato il papa nel suo viaggio. Tornato il vescovo, si metterà in moto senza indugi la procedura per ritirare il permesso di insegnare a Uta Ranke-Heinemann, teologa ribelle che in passato si scagliò contro i “vescovi Nato, megafoni del riarmo” e ora attacca il dogma della verginità di Maria.
Già Karl Ranher, uno dei più stimati teologi cattolici di questo secolo, ebbe a scrivere che “da un punto di vista esegetico è possibile considerare il parto verginale di Maria come un modo legato alla cultura dell’epoca per esplicitare la singolarità dell’evento, come un modello interpretativo storicamente determinato”.
Martedì scorso, al termine di un incontro con il vescovo ausiliario e il vicario generale, Uta Ranke-Heinemann ha sottoscritto una dichiarazione congiunta formulata sulla falsariga del testo di Ranher. Sembrava raggiunta un’intesa, ma forse in seguito a una consultazione telefonica col titolare in Polonia, il vescovado ha aggiunto di sua iniziativa due periodi al testo diffuso sulla stampa: “Considero la mia posizione suscettibile di revisione, ed essa non è oggetto della mia attività d’insegnamento”.
Uta Ranke-Heinemann ha dichiarato che nel testo da lei firmato mancava ogni accenno a una rinunzia a presentare le proprie convinzioni agli studenti. Il vicariato l’ha a sua volta accusata di non tener fede alla parola data, annunciando come inevitabile il ritiro del nulla osta. L’intervista che qui pubblichiamo qui di seguito è apparsa il 6 giugno 1987  sul quotidiano “Die Tageszeitung”. (g.a.)

Uta Ranke-Hainemann
Lei mette pubblicamente in dubbio che Maria abbia concepito e partorito come vergine. Con quali argomenti?
Il parto verginale è un modello interpretativo legato alla cultura dell’epoca, di cui si può seguire l’elaborazione nei secoli successivi. In un primo stadio Giuseppe è ancora il padre di Gesù. Nel secondo secolo qualche ostetrica deve aver stabilito che l’imene rimase intatto anche durante il parto, e che Gesù sarebbe venuto al mondo “come un raggio di luce”. L’opera fu coronata dal padre della Chiesa Gerolamo, il quale sostenne che Giuseppe rimase anche lui sempre in uno stato verginale come Maria. Questa è a tutt’oggi la posizione della teologia cattolica.
Lei rifiuta come misogina la venerazione della verginità di Maria. Perché?
In realtà Maria si è sverginata. Sarebbe finalmente ora di dire “giovane donna” (junge Frau) e non “vergine” (Jung-frau). Oppure come diceva Paolo senza tanti giri di parole: “Nato da una donna”. l’idea che Maria sia rimasta vergine durante il parto è un pesante insulto per le donne. Le lacerazioni che una normale partoriente subisce al momento del parto – proprio perché il figlio non viene al mondo “come un raggio di luce” – vengono presentate come una maledizione. In un documenti teologico assai rinomato, Mysterium salutis del 1969, si parla per ben sette volte in una pagina della “maledizione della maternità”, tranne che per Maria. Una donna moderna non può più tollerare di sentirsi dire una cosa del genere. anche il papa, nella sua enciclica di quest’anno su Maria, proclama il mito – o meglio, la superstizione – per cui “Maria è diventata madre conservando intatta la sua verginità”. In altri termini: tutte le altre donne madri dovrebbero portare un distintivo di invalidità.
Il vescovato di Essen le impone di ritrattare queste opinioni, pena il ritiro del nullaosta all’insegnamento. Cosa farà?
Mi sembra osceno pretendere che io dica il contrario di ciò di cui sono convinta. Non accetterò una proposta così oscena. Non credo che nemmeno il vescovo, da parte sua, voglia ritrattare.
Lei è una “convertita”, che negli anni ’50 ha scelto consapevolmente di passare dalla chiesa evangelica a quella cattolica. Lo rifarebbe oggi?
Allora i cattolici mi sembravano discriminati, e ciò mi indusse a solidarizzare con loro. Nel frattempo mi sono resa conto che della mia solidarietà non sanno che farsene. Si sente perfino dire che i protestanti mi avrebbero infiltrato nella chiesa cattolica, come l’uovo del cuculo nel nido altrui. E qualcuno comincia a chiedersi: non si potrebbe rispedire al mittente la convertita?

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