30.7.10

Lo stato di Paglia.

L'articolo si trova sul numero di luglio di "micropolis". La facile profezia finale si è già verificata. I tg e le gazzette di ieri avvertivano: Paglia è tornato a Terni. (S.L.L.)

Tempi duri per il vescovo Paglia. Frustrato nelle ambizioni di carriera romana e nazionale, ridimensionato dalla forte autonomia delle Diocesi nel ruolo di presidente della Conferenza episcopale umbra, ora viene contestato nel cuore del suo potere: Terni, il Duomo, il Vescovato. Oggetto della contestazione sono gli spazi fisici riconducibili alla sua giurisdizione, quelli che qualcuno a Terni chiama “lo stato di Paglia”.

Ne è autore Pietro Paolo Marconi, di Cittadinanza Attiva, che, nel ruolo di “Procuratore dei cittadini”, raccoglie istanze e lamentazioni. Nei giorni scorsi ha spedito una lettera durissima, accorata nel tono e corredata di citazioni evangeliche, nella quale constata che “la città ferita” (immagine cara al Paglia) è presente anche “dentro le mura della sua Chiesa”.

Scrive: “Gli abitanti della zona Duomo e vie adiacenti più volte si sono rivolti al nostro Ufficio e per i ripetitori installati sul campanile che provocano inquinamento elettromagnetico e danni, soprattutto ai bambini, e per l’inquinamento da rumore assordante, da fumo e da schiamazzi che si protraggono fino a tarda notte proprio sotto le sue finestre. La gente viene svegliata di soprassalto ed in maniera particolare protestano i lavoratori che fanno i turni”.

La protesta coinvolge la persona del vescovo: “Lei, come fece Gesù, dovrebbe molto adirarsi con i profanatori del Tempio, tempio inteso come cuore dell’uomo e quindi casa di Dio, … perché hanno trasformato la casa del Padre in una spelonca di ladri”.

In particolare il procuratore denuncia la trasformazione dell’oratorio in un bar, ove, fino a tarda ora, si fuma e ci si abbevera ai videogiochi: “Monsignor Paglia, cosa sta cambiando? Come è possibile che non si accorga dei profanatori del Tempio?”. Marconi lascia indovinare qualche vantaggio economico per la Curia: è infatti improbabile che spazi di sua pertinenza, come il tetto del campanile o come il bar (cui si accede dopo aver varcato la soglia del portico della Cattedrale), siano utilizzati a fini di lucro senza una qualche vescovile cointeressenza.

Della lettera hanno riferito “La Nazione” e il giornale online “Terni magazine”, prodigo di critiche che, forse, in altri tempi avrebbe espresso con più cautela. Al Paglia (che ha rifiutato un’intervista) i compilatori del sito rimproverano di occuparsi più della promozione dei propri libri e della cura degli affari (talora in concorso con il Comune), che non del benessere fisico, morale e spirituale dei fedeli e degli stessi sacerdoti (Marconi accenna all’abbandono in cui versano alcuni preti anziani). Paglia ad oggi non ha reagito: dal vescovato comunicano che è in Africa, nel Congo ex belga, con una delegazione diocesana. Qualcuno spera che in un empito apostolico ci rimanga. S’illude. Paglia è come Veltroni: gira gira ce l’abbiamo sempre tra i piedi.

Nessun commento:

statistiche