25.5.10

Parigi 1938. Apoteosi dello sport fascista.


Vittorio Pozzo alza al cielo la sua seconda coppa Rimet. Attorno a lui la squadra che ha vinto
per 4-2 la finale contro l'Ungheria. Da sinistra Biavati, Pozzo, Piola, Ferrari, Colaussi.
In basso, Locatelli, Meazza, Foni Andreolo, il portiere Olivieri, Rava e Serantoni

Il Campionato del Mondo di calcio del 1938 (il trofeo si chiamava Coppa Rimet) si svolse in Francia. L’Italia in semifinale batté di misura il Brasile, a Marsiglia il 16 giugno, ma ai “carioca” mancava il loro gioiello, il grande Leonidas, detto “il diamante nero”. Ufficialmente, poiché risultava lievemente acciaccato, lo tenevano di conserva per la finalissima. Ma si raccontò che le cose erano andate diversamente. Il calciatore necessitava di una somma importante per liquidare dei creditori e propose ai dirigenti della nazionale brasiliana uno scambio: se gli avessero dato quella somma avrebbe giocato contro l’Italia nonostante il dolorino. I dirigenti rifiutarono sdegnati e Leonida rimase in tribuna. Si disse che avesse pagato ugualmente il debito, ma in lire non in cruzeiros.
La finale si svolse a Parigi il 19, contro l’Ungheria che aveva rifilato alla Svezia un secco 5 a 1. La squadra italiana vinse agevolmente e con merito, 4 a 2, due gol di Colaussi e due dell’astro nascente, Silvio Piola. Poco prima dell’incontro era arrivato un telegramma di Mussolini: “Vincere o morire”.
All’indomani la “Gazzetta dello Sport” pubblicò un fondo dal titolo Apoteosi dello sport fascista nello stadio di Parigi – Per la bandiera.
Così tra l’altro si esprimeva: “Una partita non consiste soltanto in due squadre che si fronteggiano. La partita è nella responsabilità che si avvinghia, come un pesante zaino, sulle spalle degli atleti… Una partita di queste non è che in misura limitata un fatto sportivo. E’ soprattutto un fatto patriottico… Tutta Parigi, tutto il mondo sa, una volta ancora e una volta di più, cosa sono, cosa vogliono e cosa valgono i ragazzi di Mussolini”.
Così concludeva: “Hanno dato a tutto il mondo la prova di quanto valga e quanto possa, anche sui terreni incruenti dello sport, la gioventù guerriera di Mussolini”.

da un inserto dedicato ai mondiali di calcio dal "manifesto" (1990)

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