27.5.10

Le lacrime di un bimbo e le guerre sotterranee della politica. Dietro il sequestro dello yacht di Briatore.


Il sequestro della barca di Briatore avviene proprio nel momento in cui l’altra proprietaria del Billionaire, la Santanchè, perdonata dal Berlusca cui – secondo le sue parole - “non l’aveva data”, sempre più oca e sempre più fascista, impazza in televisione.

Non sapremmo dire se l’episodio sia in qualche modo collegato alla guerra sotterranea che contrappone Tremonti a Berlusconi, ma è certo che rappresenta uno schiaffo verso lo stile di vita che il berlusconismo ha proposto al pubblico dei telespettatori, se non altro come sogno proibito, e che trionfava nei festini vagamente orgiastici organizzati dal Cav alla Maddalena o in un palazzo romano. Certo è che il ministro “Dio, patria e famiglia”, nel momento in cui affronta la crisi con un “lacrime e sangue per i poveracci”, espone come un trofeo le iniziative antievasione della Finanza, mentre il premier, un po’ in ritardo sui tempi, continua ad esporre le sue “donne di mondo”.

Intanto qualche tono drammatico accompagna l’esodo della coppia Briatore-Gregoraci dal loro amatissimo yacht. Pare che il piccolo Nathan Falco sia rimasto choccato dall’irruzione della finanza che, senza alcun pudore e considerazione, ha sequestrato il “Force Blue” (il megayacht di Flavio che batte bandiera extra-Ue). Il tutto per la ridicola cifra di quattro milioni di euro che sarebbero stati sottratti allo Stato. Briatore ha commentato: “Il sequestro si poteva evitare senza forzare una madre e un bambino di due mesi a lasciare bruscamente l'imbarcazione”.

Su questo punto ha insistito la signora Elisabetta nell’intervista concessa a “Diva e donna”: “Al mio piccolo manca lo yacht. Da quando siamo stati costretti ad abbandonare la barca, il bambino piange spesso, non è più sereno come prima”. In effetti, non essendo ancora pronta la residenza familiare per cui si lavora febbrilmente a Montecarlo, i Briatore s’erano accampati sullo yacht, peraltro abbastanza spazioso (60 metri di lunghezza). Una nursey cabinata e le attenzioni di un nutrito equipaggio (12 persone) avevano reso meno scomoda la vita del piccolo Nathan, che si era abituato alla sistemazione. Ora costretto a trasferirsi in albergo (a Forte dei Marmi, parrebbe) non si ritrova e vive quello che la madre rappresenta come “un terribile incubo”.

Molti affondano il coltello dell’ironia sulla situazione: tra i più accaniti i finiani, anche loro probabilmente contenti del colpo arrecato all’allegro mondo dei berlusconidi. Sul sito di “Fare futuro” è comparso un “corsivo” dal titolo I dolori del giovane Nathan, firmato Federico Brusadelli, duro al punto che potremmo sottoscriverlo persino noi. Eccone un passaggio: “Viene da chiedersi se i Briatore ci sono o ci fanno. Se, cioè, il loro piagnisteo sia una trovata pubblicitaria (della serie “purché se ne parli”) o se sia invece genuino. Perché in tal caso c’è da preoccuparsi. E c’è da preoccuparsi perché sarebbe la dimostrazione che il paese del Billionaire, quell’Italia scollata dall’Italia reale, quel mondo parallelo e volgare che il resto del paese riusciva a tollerare a patto che restasse simpatica fauna da reality, colorato e trucido divertissement vacanziero, inizia anche a prendersi sul serio. Senza rispetto per una comunità (l’Italia vera, appunto) che vive un momento difficile”.

1 commento:

riccardo uccheddu ha detto...

Provo soltanto disgusto!
Viviamo in un Paese in cui (vedi gli operai di Portotorres) non per avere visibilità ma semplicemente per il posto di lavoro, ci si deve rinchiudere nell'ex-carcere dell'Asinara.
Una laurea è carta straccia, corsi di specializzazione e di aggiornamento idem, 3 libri pubblicati non servono a niente.
Insegnanti ed operai devono salire sui tetti, al gelo in inverno e sotto il sole in estate... questo solo per sperare in che cosa?
In un misero posticino, peraltro disprezzati dal popolo dei talk-shows che considera gli operai degli esseri puzzolenti ed i professori dei mangiapane a tradimento.
Purtroppo, anche la povera gente ha ormai interiorizzato la falsa coscienza dei borghesi e la loro tesi che attraverso i loro interessi, si tutelino gli interessi generali della società (cfr. Marx-Engels, "L'ideologia tedesca).
Ciao.

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