3.5.10

Il tetto della Gelmini e le melensaggini del buonsenso. Un botta e risposta su "Sette".

Su “Sette”, il magazine del "Corriere della Sera", il giornalista Beppe Severgnini nella rubrica Italians risponde ai lettori su questioni di politica, di cronaca e di costume. Nel numero in edicola il 29 aprile ho trovato un botta e risposta. Una lettrice diciassettenne che si firma Diletta Vignati si lamenta dell’avversione che amici e coetanei mostrano contro gli immigrati e saggiamente sospetta che possa derivare da pregiudizi infondati e “dalla difficoltà ad avere un incontro vero, che non sia filtrato da pregiudizi e timori”. Chiude con una proposta che questo incontro potrebbe favorire: “Anziché un tetto massimo di stranieri per classe, perché non un tetto minimo?”. Il giornalista che definisce la proposta “interessante”. Spiega che bisogna controllare, capire e gestire l’immigrazione e non limitarsi al solo buon cuore, ma non bisogna odiare. Aggiunge che l’odio nasce da ignoranza e stupidità. La ragazza generosa e il giornalista sensato, si potrebbe dire. E invece no! Il botta e risposta contiene buchi di informazione e conseguenti banalità che non dovrebbero essere tollerati.

Della questione del “tetto massimo”, per esempio, bisognerebbe parlare a ragion veduta, sapendo di che cosa si parla, e non a vanvera.

La famigerata disposizione ministeriale contiene, intanto, un elemento positivo che non si può ignorare. Essa, infatti, impedisce lo svilupparsi di una tendenza che qua e là, a Nord e al Centro, si faceva strada, quella a formare classi di serie B, di soli immigrati; così – si diceva - non si sarebbe frenato l’apprendimento degli scolari indigeni con gl’inevitabili rallentamenti dovuti alla scarsa conoscenza della lingua da parte dei nuovi arrivati. Questa stupidaggine pedagogica (un vero pregiudizio ideologico) è stato contrabbandata come misura di buon senso dal leghismo imperante ed è stata giustamente bloccata dalla circolare Gelmini.

L’inghippo è nei quartieri e nelle frazioni ove la presenza di immigrati è più forte. Il tetto previsto, del 30 per cento di stranieri per classe, è difficilmente attuabile in Istituti ove gli iscritti stranieri sono oltre la metà. Lì la disposizione, che la Gelmini vuole valida in ogni situazione e a prescindere dai casi specifici, rivela la sua razzistica stupidità. La conseguenza è che, con criteri decisi caso per caso, vengono cacciati dagli istituti i ragazzi stranieri in soprannumero, che sono obbligati a iscriversi in scuole lontane da casa. Una vera e propria discriminazione.

La ragazza Diletti, ovviamente, parla per sentito dire, perciò non capisce che la sua proposta, se adottata, avrebbe paradossalmente gli stessi effetti vessatori del “tetto massimo”: per attuarla bisognerebbe costringere una parte degli scolari stranieri a trasferirsi nelle scuole dove mancano. La sua è una stupidaggine dettata dal buon cuore, ma comunque una stupidaggine. La conoscenza reciproca che lei vorrebbe incrementare è un'ottima cosa, da incoraggiare in ogni modo, ma la prima misure da intraprendere contro il razzismo è affermare l’uguaglianza dei diritti. I ragazzi stranieri devono poter frequentare la scuola che vogliono, come tutti gli altri. Questo semplice precetto avremmo voluto leggere nella replica di Severgnini e invece abbiamo letto le melensaggini di cui sopra. Non va bene.

2 commenti:

Diletta Vignati ha detto...

Buongiorno! sono Diletta Vignati, la ragazza che ormai quasi due anni fa ha scritto a Severgnini. è passato molto tempo e solo oggi ho occasione di leggere quanto da lei scritto a questo riguardo sul suo blog, per altro decisamente apprezzabile! Desidero solamente chiarire che io non avrei mai voluto proporre una sorta di tetto minimo. Severgnini ha modificato la mia mail, per esigenze a me ignote ma certamente legittime e ragionevoli, fraintendendo purtroppo le mie volontà. Forse ho sbagliato io esprimendomi in modo poco chiaro. Io, in ogni caso, vorrei evitare discriminazioni molto pesanti, che purtroppo nella zona in cui vivo (e non solo nella mia zona, basta leggere i giornali per capirlo!) sono quasi all'ordine del giorno. Ad esempio sarebbe apprezzabile se le scuole offrissero corsi pomeridiani gratuiti o semi gratuiti di insegnamento della lingua italiana per stranieri. Non farebbero fatica a trovare persone disposte a investire il loro tempo nell'insegnamento in questo modo, dato che attività simili sono svolte da innumerevoli volontari, in non poche parrocchie. Ma se questi corsi venissero fatti a scuola si riuscirebbe a raggiungere anche quella considerevole fetta di ragazzi non cristiani
Vi ringrazio, in ogni caso, per l'attenzione che mi è stata riservata.
A presto,
Diletta

Salvatore Lo Leggio ha detto...

Ringrazio Diletta Vignati della sua attenzione e del suo commento,mi scuso per qualche intemperanza verbale e prendo atto dei chiarimenti. Sulla proposta dei corsi pomeridiani gratuiti o quasi sono assolutamente d'accordo. Credo anch'io che si potrebbero organizzare, utilizzando il volontariato, con pochissima spesa. Un caro saluto.

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