26.4.10

Per una nuova Resistenza (di Giovanni Sarubbi - da "Il dialogo")

Di editoriali e commenti sull’anniversario della Liberazione e sul messaggio tuttora attuale della Resistenza nei giorni scorsi ne sono stati pubblicati diversi, sulla carta e nel Web, e più d’uno rammenta fatti incontrovertibili ed espone idee condivisibili. Io ho scelto di collocare qui quello di Giovanni Sarubbi, animatore di una piccola rivista on line di impegno religioso e civile. Viene compilata in Irpinia e si chiama “Il dialogo”; ma non ha nulla a che vedere con gli intrighi e i giochi di potere che i personaggi d’autorità nascondono sovente dietro questa bella parola. Il dialogo che propone è quello tra fedi religiose e non, tra culture e persone diverse, basata sull’ascolto e il reciproco rispetto.

Ho scelto questo articolo per tre ragioni.

Primo: viene da quella Campania dove il famigerato Cirielli, autore di una delle più scandalose leggi ad personam, ha inaugurato una sorta di “revisionismo istituzionale”, utilizzando gli strumenti di comunicazione della Provincia di Salerno, che egli presiede per attaccare la Resistenza proprio nel giorno che celebra la sua vittoria.

Secondo: è semplice ed efficace.

Terzo: contiene, implicitamente, una proposta concreta, suggerisce un’azione che in molti dovremmo fare, iscriversi all’ANPI, l’associazione storica dei partigiani. Io lo farò appena tornato a Perugia. Chiederò la tessera al mio amico Valentino Filippetti. (S.L.L.)

Oggi 25 aprile 2010, 65° anniversario della liberazione dal nazifascismo mi sono iscritto all’ANPI. L’ho fatto perché credo sia oggi più che mai necessario impegnarsi attivamente per una nuova Resistenza che riesca a ricostruire quel tessuto politico sociale che negli ultimi vent’anni è stato completamente lacerato e distrutto.

L’esperienza storica della Resistenza al nazifascismo non va dispersa. I valori per i quali tantissimi giovani hanno dato la vita durante gli anni della lotta partigiana sono quanto mai attuali anche perché la ideologia nazifascista contro cui essi hanno lottato è ancora presente fra noi ed i suoi segni sono oramai chiarissimi.

Siamo di nuovo invasi dai nazisti, dalla loro ideologia, dal loro approccio devastante e nichilista con la vita, con i diversi, con coloro che essi ritengono esseri inferiori.

Siamo di nuovo invasi dal loro odio razziale che si scatena contro gli immigrati, contro i rom, contro i gay, contro i musulmani e le religioni minoritarie.

Siamo di nuovo invasi da un modo di intendere l’economia come strumento di potere e ricchezza per una ristretta classe sociale oligarchica e imperialista, che tutto vuole per se e considera i lavoratori merce, accessori da poter buttare via quando non sono più funzionali al proprio profitto. Una classe sociale oligarchica e imperialista che disprezza l’ambiente ed il Pianeta Terra su cui viviamo, che inquina, deturpa, distrugge tutto ciò che incontra in nome del profitto, che non esita a inquinare intere regioni, come la Campania, o interi mari come il Mediterraneo.

Siamo di nuovo invasi da tantissimi piccolo borghesi che si gloriano nel rivendicare come sacrosanto il “politicamente scorretto” spacciandolo per difesa delle tradizioni patrie. Uomini e donne che si gloriano del loro egoismo e dei propri piccoli privilegi.

Siamo di nuovo invasi da chi disprezza il bene chiamandolo di spregiativamente “buonismo”.

Siamo di nuovo invasi da chi usa la bugia e i mezzi di comunicazione di massa per diffondere bugie su bugie fatte passare come verità assolute. Viviamo nella bugia continua, siamo immersi nelle pubblicità ingannevoli e sofisticatissime che creano disagi psichici e insoddisfazioni e malattie mentali sempre più diffuse.

E siamo di nuovo invasi dalla religione di Stato, dal “dio lo vuole” o dal “dio è con noi”, da chiese e religioni al servizio delle oligarchie finanziarie internazionali, con chiese e religioni esse stesse coinvolte in interessi finanziari colossali. Chiese e religioni che abusano del loro potere in ogni settore del vivere sociale.

E ci sono le nuove squadracce nazi-fasciste che impongono la loro presenza nella società con la violenza nelle scuole nei luoghi di lavoro, con la diffusione di odio e paura, sentimenti che funzionano sempre e contro cui non bisogna mai abbassare la guardia.

E oggi come ieri ci sono grandi masse di popolazione che sono come inermi, neutralizzate, incapaci di dare il proprio contributo alla risoluzione dei problemi comuni, disgustati dalla politica e dalla sua corruzione. E ci sono i delusi dai propri partiti, soprattutto da quelli di sinistra che hanno svenduto per il classico piatto di lenticchie un patrimonio di lotte più che secolare delle classi subalterne del nostro paese e dell’intera umanità. E ci sono i poveri più poveri che appoggiano i ricchi e gaudenti, e li votano in massa alle elezioni per pochi soldi a voto o sotto il ricatto di violenze e soprusi.

E poi ci sono gli intellettuali che si sono svenduti al miglior offerente e che senza ritegno alcuno tessono le lodi del potente di turno e dicono quello che fino all’altro ieri non si sarebbero mai sognati di dire, e magari vanno a baciare le mani a Papi, vescovi, cardinali o semplici preti pur di avere un posto al sole.

C’è allora bisogna di una nuova resistenza e non si tratta semplicemente di vincere una elezione politica o amministrativa che sia, magari alleandosi con il diavolo di turno. C’è da ricostruire una moralità diffusa e condivisa, c’è da ricostruire l’idea di un “bene comune” necessario e indispensabile per la vita della comunità e senza il quale la comunità muore.

Domenica 25 Aprile,2010 Ore: 18:03

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