1.3.10

Il ritorno dell'illegittimo - da "micropolis" febbraio 2010.

Il ritorno dell’illegittimo.

La legislatura regionale chiude in bellezza: il consiglio ha approvato la legge per la famiglia. E’, lievemente modificata, quella per cui ha raccolto le firme il cattolico Forum delle associazioni familiari. L’hanno votata quasi tutti, dal Pd al Pdl passando per l’Udc. Ha votato contro l’articolo 1 e disertato il voto finale Vinti, di Rifondazione; e si sono tenuti fuori i consiglieri di Sel.

Contro l’articolato, da parte della sinistra e delle femministe, s’è levata qualche protesta, tuttavia sopraffatta dalla unanime gioia di tutti gli altri. Il Pd dice: “lavoro importantissimo… un segnale simbolico e sostanziale”; l’Udc: “a ottobre solo noi ci credevamo”; il Pdl: “ne abbiamo garantito noi l’approvazione”. Felice il relatore unico: “La legge ha un approccio laico al concetto di famiglia, al netto delle legittime visioni pluralistiche”. Guai se fosse stata al lordo!

Pillon, il coordinatore del Forum delle famiglie, “fotte e piange”: “Non è la legge che volevamo, ma fa chiarezza riguardo alla definizione di famiglia”. E’ contento, insomma, che in Umbria, per legge, le famiglie di fatto non siano famiglie. Né quelle di omosessuali, né quelle di eterosessuali. E neppure le convivenze di chi per risposarsi attende da anni il divorzio. Senza la benedizione del prete o il timbro dello stato civile, la famiglia non c’è.

Una legge bandiera, insomma? di quelle che dettano il bene e il male? Sì, ma non solo. Per finanziarla, infatti, si sono recuperati tre milioni, destinati soprattutto alle famiglie più “vulnerabili”. Per esse si prevedono agevolazioni nelle tariffe, nei canoni d’affitto, nelle spese mediche e perfino un “prestito sociale d’onore” in casi di particolare disagio o necessità. Si prospettano per questa via discriminazioni odiose. La legge, per esempio, in caso di morte o inabilità al lavoro del familiare produttore di reddito, garantirà un aiuto solo alle convivenze timbrate o benedette. O ancora: se si attende un figlio si potrà ottenere un prestito solo se sposati; in caso contrario il bimbo è da considerarsi “senza famiglia”.

Un tempo si attribuiva una qualifica orribile ai nati fuori dal matrimonio: bollati come “illegittimi”, erano inferiori in diritti e dignità. Con questa legge inaugureremo in Umbria l’epoca delle “famiglie illegittime”. Si vergognino quelli che l’hanno proposta e quelli che l’hanno votata.

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Il pezzo qui pubblicato è tratto dall'ultimo numero di "micropolis". A ulteriore commento della legge umbra ho linkato al titolo da youtube un breve spot sulla analoga legge pugliese.

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