8.2.10

Sfumature (Gian Luigi Beccaria - Tuttolibri 11agosto 2007)


Ormai tutto è grosso
Anche il comune parlante ha bisogno di sfumature, di distinguere, prchè la realtà è sfumata. I perfetti sininimi non esistono. I sinonimi non sono degli optional, ma la ricchezza di una lingua e vanno usati nel modo più appropriato. Non posso confondere monelleria con marachella, perchè la prima è la malefatta di un ragazzo vivace, e la seconda è ancora una malefatta, ma fatta di nascosto. Ingenuo è diverso da minchione, e rispiarmatore da tirchio, spilorcio, taccagno, pidocchio. Un modo appartiene a un registro neutro, formale, un altro all'informale, magari al gergale. Errore è diverso da strafalcione, da assurdità, bestialità, asinata, castroneria, o cazzata, come direbbero oggi i più. C'è una gradazione a discendere tra imbrogliato, truffato, turlupinato, bidonato, buggerato.
Bisognerebbe distinguere tra "un grande scrittore" , che indica ingegno e bravura stilistica e "un grosso scrittore", che non ne sottolinea, certo, la corpulenza, ma la fama, trasferendo alla persona la corposità dell'attributo. Oggi però "grosso", moda anglicizzante per influsso di "big", è diventato un aggettivo tuttofare. Ha fagocitato tanti altri aggettivi specifici e informativi, ha eliminato una gamma di percezioni, reazioni, valutazioni. Tutto è grosso, un grosso finanziere, un grosso campione, un grosso personaggio, un grosso successo, un grosso affare, abbiamo sempre dei grossi problemi...

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