11.11.09

Eduardo Galeano - Santi (da "il manifesto" 2 settembre 1999)


1) L'eroica virtù
Al ritmo vertiginoso dell'industria di fine secolo il Vaticano sta producendo santi. Negli ultimi vent'anni il papa Giovanni Paolo II ha beatificato più di duevento virtuosi e ne ha canonizzati più di trecento. In cima alla lista d'attesa, favorito tra i candidati alla santità, figura lo schiavo nero Pierre Toussaint. Si assicura che il papa non tarderà a conferirgli l'aureola per "l'eroica virtù".
Pierre Toussaint portava lo stesso nome di Toussain Louvertured, suo contemporaneo, anch'egli negro, schiavo e haitiano. Però si tratta di un'immagine specularmente invertita: mentre Toussaint Louverture guidava la guerra per la libertà degli schiavi di Haiti contro l'esercito di Napoleone Bonaparte, quella brava persona di Pierre Toussaint praticava l'abnegazione nella schiavitù.
Leccando fino alla fine dei suoi giorni i piedi della sua padrona egli esercitò "l'eroica virtù" della sottomissione: come esempio per tutti i neri del mondo, nacque schiavo e morì schiavo, in odore di santità, felice di aver fatto il bene senza badare a chi raccoglieva i frutti. Oltre all'obbedienza eterna e ai sacrifici che fece per la sua padrona, gli si attribuiscono anche miracoli.

2) Il santo della scopa
San Martin del Porres fu il primo cristiano di pelle scura ammesso nella bianchissima schiera dei santi della chiesa cattolica. Morì aLima tre secoli e mezzo fa con una pietra per cuscino e un teschio al fianco. Era stato offerto al convento dei frati domenicani. Essendo figlio di una schiava nera, non potè mai arrivare ad essere sacerdote, ma si distinse nei compiti di pulizia. abbracciava con amore la scopa, puliva tutto, poi radeva i curati e assisteva i malati: e passava le notti inginocchiato in preghiera.
Benchè specializzato nel settore dei servizi, san Martin de Porres sapeva anche fare miracoli, tanto ched il vescovo dovette proibirglieli. Nei suoi rari momenti liberi ne approfittava per flagellarsi la schiena e mentre perdeva sangue gridava a se stesso: "Vile cane!". Passò tutta la vita a chiedere perdono per il suo sangue impuro. La santità lo ricompensò da morto.

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